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Diesel XXX: grandi aspettative, pessima customer experience
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Sabato, 11 Ottobre 2008 

Diesel_xxx_logo.gifDell'iniziativa Diesel XXX ne hanno parlato un po' tutti in rete.
Si tratta del festeggiamento dei 30 anni (da qui il gioco numero romano/porno) dell'azienda con una campagna in 3 step:
1) Il famoso video teaser
2) La vendita dei jeans special edition a 30 euro nei negozi ed online solo per 1 giorno
3) Il super party in 17 citta' del mondo

Tutto pensato ed organizzato alla perfezione. Grande idea, esecuzione molto cool in puro stile Diesel, ma...

Si', c'e' un ma.
Come molte altre migliaia di persone mi sono messo "in fila" sul sito per accaparrarmi i jeans.
Pochi minuti prima il sito era cosi'. Fichissimo, l'attesa si fa piu' interessante e il mio giudizio sull'iniziativa e sul brand cresce.
Appena il countdown finisce pero'... si passa a questo.
Ok, mi dico, c'e' tanta gente, puo' capitare. Resto li' ad aggiornare per un po'. Per un bel po'. Niente, sempre lo stesso messaggio di errore.
Alla fine il sito torna live ma... ovviamente il prodotto e' sold out!

Pazienza per i jeans, ma come cliente la mia esperienza e' stata a dir poco negativa!
Spero almeno che mi invitino al party :)

BestBuy non tiene fede al proprio nome: ha comprato Napster
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Sabato, 20 Settembre 2008 

best_buy_logo__jpg_.JPGA quanto pare non e' solo Microsoft a fare acquisizioni che non capisco.
BestBuy, azienda della quale avevo avuto modo di apprezzare la presentazione al Google Retail Summit di Londra, ha acquisito, per 121 milioni di dollari, Napster.
Qui la notizia.

Francamente faccio fatica a capire cosa Napster possa portare di nuovo ad un'azienda che ha gia' il proprio servizio di download legale e che ha un business sano e profittevole, mentre Napster ha perso 16 milioni di dollari l'anno scorso.

Napster ha fatto la storia del web e ha cambiato un'intera industry, ma adesso non e' altro che un servizio come 1000 altri, senza alcuna particolarita' che giustifichi l'interesse da parte di BestBuy.

E' vero che 121 milioni di dollari non sono una gran cifra (BestBuy ha speso 1.1 miliardi di dollari per il 50% di Carphone Warehouse), ma a mio parere potevano essere investiti meglio, magari per migliorare il servizio che hanno gia' o per creare qualcosa di innovativo.

E' vero che Apple ha iTunes, Amazon ha Mp3 Download e cosi' via, ma comprare Napster nel 2008 per diventare leader nel settore del download musicale e' un po' come comprare AltaVista per diventare leader nel settore dei motori di ricerca...

BetterWorld: il bookstore con un'anima
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Domenica, 27 Luglio 2008 
betterworld.jpg

Grazie ad un banner su Facebook (ebbene si', qualcuno ci clicca ogni tanto...) ho scoperto BetterWorld.com, un bookstore che vende libri nuovi ed usati con una chiara missione sociale: i profitti vengono utlizzati per finanziare iniziative di alfabetizzazione in tutto il mondo.

Quando scopro iniziative di questo genere non posso fare a meno di pensare "ma perche' non ci ho pensato io?".
In piu' il sito e' fatto molto bene, ha 2 milioni di titoli, spedisce gratis negli USA e a meno di 3 dollari (!) in tutto il mondo ed e' ovviamente carbon neutral.

Hanno anche un blog e una pagina su Facebook.
Da oggi mi dimentico di Amazon e inizio a comrpare tutti i miei libri qui.

Let's create a better world, one book at a time!

E-commerce e creatività
Autore: Antonella.Cadeddu | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 25 Marzo 2008 

Chi dice che i siti di e-commerce debbano essere attenti solo alla chiarezza e completezza della comunicazione, sacrificando la creatività? Ecco qui uno splendido esempio di creatività applicata ad un catalogo e-commerce (l'olandese Hema.nl)...semplicemente geniale!

hema.jpg

Unico difetto, non da poco: nulla è cliccabile alla fine dello "spettacolo" e bisogna inpegnarsi un po' per raggiungere il catalogo vero e proprio... ma sono talmente colpita dalla creatività che non mi dimenticherò facilmente il nome Hema .

Ryanair: 3 giorni di downtime non saranno troppi?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 25 Febbraio 2008 

ryanair.PNGIl sistema di prenotazione online di Ryanair ha ripreso a funzionare oggi dopo un downtime di quasi 3 giorni, con questo annuncio.

Il motivo della sospensione del servizio e' la mancata applicazione delle regole dettate dall'OFT in termini di comunicazione dei costi.
Ho due domande:
1) perche' Ryanair non si era gia' adattata mentre EasyJet (OT: 4 ore di ritardo ieri sera...), per esempio, si'?
2) non sono un po' tanti 3 giorni per un aggiornamento? (di solito lo si prova in area test e lo simette online, perdendo al massimo un paio d'ore, no?)

Sinceramente 3 giorni mi sembrano un'eternita' per un'azienda che basa praticamente tutto il proprio business sulle presentazioni online!


Fonte: ComputerWeekly

Email marketing 'politico'
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 20 Febbraio 2008 

Se non sbaglio avevo citato gia' altre volte le newsletter di Lastminute, ma a costo di ripetermi voglio segnalare quella che ho appena ricevuto.

Mi sembra un modo molto intelligente e divertente di sfruttare la visibilita' di uno slogan politico.

E quando pensi alla politica italiana direi proprio che ti viene voglia di prendere il primo arereo :)

lastminute_newsletter.PNG
L'efficienza che non ti aspetti
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 13 Febbraio 2008 

pupa.jpgQuest'anno mi sono deciso: finalmente acquisto un paio di sci! Dopo anni di noleggio mi era parso di aver trovato finalmente il modello che faceva per me. Sotto stretto controllo di un amico provetto sciatore, sono andato a vedere qualche negozio per controllare il prezzo e il modello. Nessun negozio aveva dei prezzi più competitivi di un negozio online che mai avevo sentito nominare: Bottero Ski. Il mio amico ovviamente mi ha guardato storto quando ho detto che avevo intenzione di acquistare gli sci online. Credo non abbia acquistato nemmeno un byte online, figuriamoci degli sci...

Acquistati online la domenica, il martedì il corriere me li ha consegnati (lo sapevo l'ordine aveva il tracking number, no non è la norma, mi spiace) e la domenica successiva ero a sciare felice come una pasqua per il mio nuovo acquisto. Attacco perfetto preparato per la mia altezza/peso/scarpone. Tutto è filato liscio: non ci potevo credere!

Era da un po' che non postavo, ma ho trovato il tempo per portare un po' di ottimismo prima che Italia.it torni :O

P.s.: gli sci sono questi: perfetti!

ZIVAGO e' risorto!
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 9 Gennaio 2008 

feltrinelli.JPGZivago e' tornato!
Ok non si chiama piu' Zivago ma LaFeltrinelli.it, pero' la sostanza non cambia.

Personalmente avevo vissuto la chiusura di Zivago come la piccola scossa che ha preceduto il terremoto per l'ecommerce italiano nei primi anni 2000. Non mi era chiaro il perche' (i conti non sembravano male) e ricordo che la notizia mi aveva rattristato molto.

Rivedere Feltrinelli attiva nell'ecommerce e' un ottimo segno per il mercato: pur avendo avuto un'esperienza negativa in passato ha deciso di riprovare, ritenendo evidentemente di non potersi permettere di stare fuori dal mercato digitale.

Il sito mi piace molto, l'aggiungi al carrello e' fichissimo e la trovata delle citazioni e' carina.
Nulla di eccezionale per carita', ma guardando al panoramna italiano ritengo che sia almeno due spanne sopra IBS e 3 o 4 sopra BOL. Parlo ovviamente del sito, non del servizio, non avendo ancora comprato nulla ed essendomi trovato bene con entrambi i rivali.

In bocca al lupo!

Horizontal scrolling sdoganato dall'ecommerce
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 2 Gennaio 2008 

Nonostante all'inizio fossi assolutamente contrario e nonostante il chiaro parere di Jakob Nilesen devo dire che in alcuni casi apprezzo lo scroll orizzontale.
In particolare mi pare molto adatto, se fatto bene, ai siti di ecommerce.
Credo infatti che questa opzione garantisca una migliore visibilita' dei prodotti ed anche un'usabilita' maggiore per l'utente.

Qui sotto due begli esempi, Diesel Store e Abercrombie & Fitch:

diesel_horizontal.jpg  abercrombie_horizontal.jpg

E' effettivamente cosi' o da quando ho a che fare con un sito in flash mi sto rammollendo? :)

Radiohead: titolo sbagliato?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 9 Novembre 2007 

Leggo da molte parti che solo il 38% degli utenti che hanno scaricato il nuovo album dei Radiohead, il che significa che il 62% ha colto l'occasione per scaricarlo "a sbafo", probabilmente pensando che i Radiohead sono stati scemi a dare questa opportunità...
Sono invece ridicoli coloro che hanno deciso di approfittarne, a mio avviso, perchè hanno rovinato una bella idea.

Forse si sono confusi e pensavano che l'album non fosse quello nuovo ma "Hail to the thief" ...

LinkedIn store: i dipendenti fanno da modelli
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 29 Ottobre 2007 

linkedin_shop.jpgAnche LinkedIn ha il proprio gadget store.
Non ha niente di speciale, una grafica semplice e pochi prodotti. E' molto carina però l'idea di utilizzare i dipendenti come modelli. Fa molto social :)

Tanto lo so che alla fine la maglietta me la prendo...

Radiohead: download ad offerta libera... se ci riesci!
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 2 Ottobre 2007 

Dopo aver letto un po' ovunque della simpatica iniziativa dei Radiohead di far scaricare il loro ultimo album, "In rainbows", dal sito ad offerta libera, mi sono diretto verso il sito stesso, incuriosito.

A parte che si tratta di uno dei più brutti siti dal 1996 ad oggi, ma cliccando su "pre-order" ottengo questa simpatica finestrella javascript:

radiohead_basket.jpg

Ma poi andando nel carrello quello che vedo è questo:

radiohead_basket_empty.jpg

Bella l'iniziativa, peccato la realizzazione...

KO Computer :) (rubato dai commenti)

Altro che blog e blogosfera!
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 7 Settembre 2007 

jvc.jpgAvrei voluto interrompere il silenzio degli ultimi mesi con qualcosa di bello e divertente come Matteo è solito fare, ma che ve lo dico a fare? Non ce l'ho fatta...

Preso dalla necessità di filmare l'evoluzione linguistica e posturale di mio figlio, ho deciso che la videocamera del telefonino non fosse più sufficiente. Compro una videocamera! Passo la mia bella serata su alcuni forum e decido di acquistare questa. Nulla di particolare, un prodotto per chi sa già che non passerà ore con in mano l'attrezzo, ma che vuole trasferire i suoi filmati velocemente anche sul computer.

Dove comprare? Non ci sarebbe competizione se CHL avesse in catalogo e disponibile il prodotto. Passo allora su ePrice: c'è! Pronta consegna, due giorni e arriva. Meraviglia!

Passano due giorni e non si vede nulla, stato dell'ordine immutato. Telefono... Mi dicono che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Lascio passare altre due giorni e poi annullo l'ordine.

Torno a cercare un rivenditore e mi affido ai comparatori di prezzi, i quali mi suggeriscono che Onlinestore ha il prezzo più basso, circa €50 in meno di ePrice: mica male, no? Carrello, semaforo verde, consegna in 24/48 ore, spese di consegna folli che limitano il guadagno a €40 e via mi metto in attesa.

Passano 2 giorni e chiamo: il prodotto non è disponibile arriva venerdì. Ma come? Semaforo verde, via libera, tutto ok? Nulla di tutto ciò. Oggi ricevo una loro mail, secondo cui dovrò attendere altri 10 giorni. Annullo l'ordine.

Ma non desisto. Il pargolo crescerà senza essere filmato nelle sue prime evoluzioni a due zampe, ma pazienza. Ora dopo aver chattato online con Roberta e ricevuto assicurazioni circa la disponibilità del prodotto, ho piazzato un nuovo ordine su Factotus (e siamo a tre) e resto in attesa.

Settimana prossima vi aggiornerò sulle condizioni dell'e-commerce italiano. Altro che blog, blogosfera e social network... Gestione dell'aspettativa del cliente medio :(

iPod Touch: e il mio nuovo iPod è già vecchio :(
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 6 Settembre 2007 

Convinto di fare un affarone poco più di un mese fa ho comprato un iPod da 30 GB con 30 € di sconto, convinto di aver fatto un affarone.

Adesso Stev Jobs se ne esce con tutti i modelli rinnovati e addirittura con l'iPod Touch: in pratica un iPhone senza telefono!

nuovi_ipod.jpg

Non contento ha messo il modello da 80 GB a 249 €, con la drammatica conseguenza che allo stesso prezzo avrei avuto 50 GB in più... :(
E che si fa così?

Comunque l'iPod Touch non l'avrei preso, perchè ha una capacità massima di 16 GB, troppo poco. Ma il tour guidato è assolutamente da vedere:

Tailgate: acquista sul banner. Ma perchè?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 16 Luglio 2007 

tailgateLeggo su E-conomy di Tailgate, azienda che ha creato un tool in Ajax che permette di ultimare l'acquisto di un prodotto direttamente su un banner, senza andare sulla landing page del venditore.

Bello eh, per carità, ma mi sfugge un po' il senso...
Perchè mai, se voglio comprare una cosa, dovrei avere dei problemi a cliccare e ad andare sul sito di chi mi vende il prodotto?
Potrebbe funzionare forse con acquisti d'impulso o viceversa prodotti ad acquisto ripetutto ed abituale (es: ricariche telefoniche), ma di nuovo non vedo il vantaggio.

Non sono d'accordo con chi dice che il banner è morto, ma addirittura far acquistare da un banner quando già è difficile far acquistare da un sito web...
Maurizio si chiede "Applicazioni di questo genere potranno avere successo?". Beh, la mia risposta è no!

L'abbigliamento online supera le vendite dei pc (negli USA)
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 16 Maggio 2007 

Leggo da Massimo questa interessante ricerca: negli Stati Uniti si comprano più vestiti online di quanto si comprino hardware e software.

E' un trend che in Italia tarderà ancora un bel po' ad arrivare, considerando che l'unico player davvero di rilievo è Yoox.
Ma piano piano arriviamo anche noi italiani...

E-commerce in Italia: un Eldorado Latente
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 23 Marzo 2007 

E' scaricabile anche la ricerca di Casaleggio in pdf qui.

One Day, One Deal
Autore: Antonella.Cadeddu | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 13 Marzo 2007 

woot_logo.pngOggi ho scoperto Woot, un sito di e-commerce con un marketing style piuttosto originale. Ecco come funziona: ogni giorno woot.com mette in vendita a prezzi moolto scontati un prodotto differente. Oggi può essere una tv, domani un blackberry o un Excalibur Brew Master. A mezzanotte si svela il prodotto, ma mai la quantità "x" di pezzi disponibili. Durante la vendita si ha accesso oltre a una scheda informativa non convenzionale, alle statistiche del prodotto aggiornate minuto per minuto, tra cui la percentuale di vendite suddivise in fasce orarie, la "purchaser seniority", ecc. e al forum sul prodotto che ogni giorno è aperto alla discussione tra gli utenti. Nuovo nato WineWoot, stessi principi ma applicati alla vendita di vini. Ovviamente c'è il blog aziendale e per approfondimenti quest'articolo su Wikipedia.

Grazie alla segnalazione di Marco.

L'Unione Europea e la protezione dei consumatori, anche quelli on-line!
Autore: Claudio.Iacovelli | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 19 Febbraio 2007 

UE green paper.jpgRecentemente su IMlog sono stati pubblicati alcuni post sul commercio elettronico e sull’aumento degli investimenti pubblicitari, a conferma del successo della tecnologia web e del cresciuto numero di utenti.

Qualche perplessità riguardo alla sicurezza del commercio elettronico permane, ma a favorire quel processo di "protezione" delle transazioni eseguite sul web è intervenuta proprio in questi giorni la Commissione Europea, fermamente convinta che il futuro del mercato interno potrà essere garantito anche da uno sviluppo diffuso delle piattaforme B2B e B2C.

L'iniziativa avviata dall'UE è dichiaratamente finalizzata ad "accrescere la fiducia dei consumatori negli acquisti on-line", quindi vuole rafforzare i sistemi di protezione dei consumatori, armonizzando le varie leggi vigenti nei Paesi dell'Unione.

Si tratta di un processo di revisione, per rendere più attuale la tutela del consumatore, in considerazione del progredire tecnologico e delle nuove forme di commercializzazione di prodotti e servizi via internet.

Questo processo è stato introdotto dal "Libro verde sulla protezione dei consumatori nell'Unione europea", ufficialmente avviato con una “fase analitica e consultiva per la revisione dell’acquis comunitario relativo al consumatore ("l'acquis")".

Il processo si potrà considerare valido se riuscirà a sviluppare un percorso legislativo volto ad aumentare i meccanismi di protezione reale dei consumatori e dei loro diritti, favorendo allo stesso tempo l’inclusione di quelle persone che oggigiorno non utilizzano la rete, o non hanno piena fiducia nei servizi di commercio elettronico disponibili.

Per informazioni ed approfondimenti, sulle strategie e sui programmi europei di protezione dei consumatori:
LIBRO VERDE - Revisione dell'acquis relativo ai consumatori: http://ec.europa.eu/consumers/cons_int/safe_shop/acquis/green-paper_cons_acquis_it.pdf
http://www.euractiv.com/en/food/eu-seeks-boost-online-consumer-confidence/article-161566
http://ec.europa.eu/consumers/index_en.htm
http://ec.europa.eu/consumers/cons_int/safe_shop/acquis/index_en.htm
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/consumatori_ue/index.html

Il commercio elettronico seduce, ma non rassicura (abbastanza)
Autore: Claudio.Iacovelli | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 23 Gennaio 2007 

online_shopping.gifL'e-commerce è divenuto credibile, ma tarda a manifestare ai consumatori quelle caratteristiche necessarie per decretarne una sorta di trionfo: la sicurezza delle transazioni commerciali e la tutela del cliente.

Nel 2000, circa, gli interrogativi su quando si sarebbe affermato l'e-commerce preferivano affrontare argomenti come il contratto di natura telematica e la riservatezza dei dati necessari a descrivere le operazioni di pagamento sul canale internet. In quel periodo l'attenzione era più rivolta agli approfondimenti legali, forse perché la confidenza sulla tecnologia era notevole, oppure perché si reputava di semplice adozione all'interno di processi business ordinati e, soprattutto, controllati.

Oggigiorno diverse indagini di mercato, nazionali ed internazionali, attestano la crescente diffusione dei marketplace B2C, segno che la fiducia da parte dell'opinione pubblica ha premiato il mondo delle imprese. In Italia, in particolare, cito come fonti considerevoli il Consorzio Netcomm (di cui siete stati informati su IMlog proprio in un post precedente a cura di Andrea Boscaro) e la società Nielsen-NetRatings.

Il punto critico, affrontato più dai media che dalle società che intervengono ed operano nel contesto B2C, rimane quello della sicurezza delle transazioni: è indiscutibile la convenienza per il consumatore ad utilizzare le varie piattaforme di commercio elettronico, certamente l'e-commerce seduce i più.

Ma in Italia come all'estero, si registrano casi quali il phishing ed il keylogging. Il primo consiste nella richiesta di informazioni riservate, per scopi criminosi, tramite e-mail che apparentemente possono sembrare provenienti da società bancarie e finanziarie. Il secondo è l’operazione abusiva, da remoto, di data retrieval delle digitazioni dell’operatore sulla tastiera del proprio pc.

Purtroppo l'opinione pubblica conserva più facilmente il ricordo di casi negativi, è comprensibile l'atteggiamento di prudenza nelle persone che si vorrebbero avvicinare liberamente ai servizi della rete. Quindi la maggior parte della gente tende a considerare "insidioso" il mondo dell'e-commerce, con il rischio di generalizzazioni che possono includere anche particolari piattaforme B2C attente alla protezione dei dati confidenziali e delle transazioni commerciali.

Una risposta alle paure dei consumatori, in particolare proprio di quelli che già partecipano ai progressi della rete, dovrebbe provenire, e presto, dalle società che offrono i servizi di pagamento: se si considera, ed a ragione, il successo della rete internet come canale di informazioni e "vetrina virtuale", non si può trascurare l’importanza della comunicazione diretta ai consumatori che spieghi loro le garanzie organizzative e tecnologiche a protezione delle loro operazioni B2C.

Sarebbe importante abbinare al messaggio che la vetrina offre articoli reali, e vantaggiosi, il messaggio che la "cassa" utilizza strumenti di pagamento sicuri: a volte il successo della tecnologia, e della sua applicazione corretta, dipende più dalla comunicazione che la promuove rispetto all'"ntelligenza di base".

Frodi online: solo 4 su 1.000... ed è pure tanto!
Autore: Andrea.Boscaro | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 9 Gennaio 2007 

Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere questo post in attesa che il dato comunicato dal Politecnico di Milano - 0,4% il tasso di disconoscimento delle spese effettuate online attraverso carte di credito nel 2006 - venisse commentato dai vari operatori.

Non ho però visto dibattiti e quindi mi permetto di ringraziare i ricercatori per questo dato che, anche con i caveat che vado a riportare, mi pare importante poter comunicare e sottolineare. "4 su 1000" è una bella risposta a tutti coloro, utenti e giornalisti, che si ostinano a considerare l'e-commerce come il luogo principe delle truffe e delle clonazioni, soprattutto se consideriamo che Internet è spesso la destinazione, più che l'origine, degli acquisti fraudolenti e che il dato certamente non sfigura di fronte alle esperienze del commercio offline.

Il caveat è che il dato appare a molti, merchant e non, addirittura sovrastimato, essendo probabilmente figlio di un'analisi più complessiva che quindi non fa onore agli operatori top del settore.

Tirando le somme: raccontiamo questo numero, raffrontiamolo a tassi addirittura più elevati di Francia e UK, e continuiamo ad acquistare online: un mercato sempre più sicuro e conveniente.

Regali di Natale online? Natürlich!
Autore: Elisabetta.Oldrini | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 7 Dicembre 2006 

rsz_natale1.jpgFinalmente sto mettendo in pratica uno dei miei propositi natalizi, solitamente irrealizzati: comprare tutti i regali online.
Per cominciare, i bambini.
A causa del nuovo baby boom, o forse perché gli amici invecchiano, mi trovo molti più minorenni del solito nella lista dei destinatari. Sul Nido di Grazia, ottimo e già testato, e su i Piccolissimi, non ci sono abbastanza giochi e vestiti, quindi da brava esterofila scelgo un sito tedesco (versione inglese) JAKO-O

Il sito è fatto molto bene e l'acquisto online è stato facile, con tanto di promessa che 2 giorni dopo mi avrebbero mandato una mail con indicato il giorno di consegna. Fin qui ottimo. Due giorni dopo ricevo una mail completamente in tedesco che comprende l'elenco dei prodotti da me richiesti, ma non capisco cosa mi stiano dicendo! E oggi ne ricevo un'altra con indicati solo due dei 7 prodotti acquistati (e da Fineco arriva un sms che mi dice che ho fatto un acquisto da 19 Euro, mentre ho confermato un acquisto da 150 Euro...). Ad oggi non so se mi arriveranno in tempo tutti i regali o solo uno.
Quindi: ottimo il sito, ottima l'idea della versione inglese per aprirsi a mercati fuori dalla Germania, ottima la meccanica di acquisto. Da rivedere la gestione dei clienti internazionali!

IKEA: e-commerce a livello locale
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 18 Ottobre 2006 

ikea_ecommerce.JPGFinalmente IKEA si è decisa ad entrare nel mondo dell'e-commerce!
In maniera particolare però, ma a mio avviso molto sensata per il tipo di business che ha: ogni store Ikea gestisce l'attività di vendita online solo per il territorio circostante.

Prima di ordinare devi controllare se la tua zona è servita, inserendo il CAP. Il trasporto per i pacchi inferiori a 30 kg di peso è di 15 €, mentre per quelli di peso superiore è di 55 €. Le FAQ mi sembrano ben fatte, anche se un po' stringate. E' disponibile anche una guida step by step che molti altri siti di e-commerce farebbero bene ad avere.
Le schede prodotto sono basic ma con molte informazioni utili: dimensione e peso dell'imballo, informazioni utili da sapere (es: altezza richiesta del soffitto), indicazioni ambientali.

Anche il carrello mi sembra chiaro e completo. Mi resta il dubbio sulla disponibilità: ho inserito 99 Pax e non mi ha segnalato nulla, ma magari arriva un warning più avanti nel processo d'acquisto.

In generale mi sembra un'iniziativa molto positiva, che permette al gigante svedese di affacciarsi all'e-commerce senza perdere il direct touch tra i clienti e il singolo store.
Detto questo stasera prendo la navetta e ci vado di persona all'Ikea, e come al solito acquisterò circa 15 oggetti che non prevedevo di acquistare... :)

I 3 veri segreti per vendere online a Natale (e subito dopo)
Autore: Riccardo.Porta | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 17 Ottobre 2006 

Quando cadranno i primi fiocchi di neve sarà già troppo tardi: chi c'è c'è e chi non c'è si attacca.
Oddio forse sono stato un po' troppo duro ma era per rendere il concetto :-) Novembre, Dicembre e tutto Gennaio, sono tra i mesi più ricchi per chi vende online.
Per deformazione professionale vi vorrei raccontare 3 preziosi segreti per posizionarsi al meglio e realizzare tante conversioni sfruttando i comparatori di ricerca specialmente durante il periodo natalizio (siano essi Buycentral, Trovaprezzi o Kelkoo).

1 – Cura il database che passi al motore di comparazione
Come (non) tutti sanno, i motori di comparazione vanno a leggere dei database che vengono forniti dagli shop stessi, e li indicizzano secondo i propri criteri ed il proprio albero di navigazione.
Costruire un database completo è una delle armi vincenti. Sembra banale ma non è così. La maggior parte degli addetti al settore considera un "dettaglio di poco conto" questo tipo di attenzione.
Mi capita spesso infatti di vedere migliaia di prodotti (magari anche dello stesso shop) senza una immagine o senza una descrizione.
Ai rispettivi responsabili chiedo: entrereste mai in un negozio su strada che in vetrina non ha nulla?
Non conviene forse dedicare un po' più di tempo e risorse alla cura dei propri dati? (nota bene: queste informazioni mancanti normalmente sul sito finale sono sempre presenti, semplicemente non vengono inserite nei DB dati ai comparatori).
Spese di spedizione e tempi di consegna: sono campi che stanno divenendo via via sempre più fondamentali. Alcuni utenti della rete scelgono anche da chi acquistare in base a questi due parametri. Se possibile, vi consiglierei di aggiungerli.
Campi tecnici per la comparazione dei prodotti: ormai tutti offrono la possibilità di confrontare prodotti simili (ad esempio un computer di una marca con quello di un'altra). Per fare questo ovviamente la ricerca si basa su alcuni campi che dovrebbero essere segnalati (product-parameters, mfname, mfpn etc etc).
Con maggiori dettagli, i vostri database vengono indicizzati e resi disponibili al meglio.
Le istruzioni per un corretta realizzazione del tutto normalmente sono sempre rese disponibili.

2 - Promozioni mirate: in molti si aspettano di trovare sotto l'albero di Natale qualcosa di bello o addirittura di utile. Dall'altra parte, tanti altri si affanno per cercare di esaudire questo desiderio.
E voi, signori dell'e-commerce, state preparando una bella strategia natalizia? State approntando degli speciali, delle offerte irripetibili? State selezionando i vostri migliori prodotti in modo che quando un utente arrivi sul sito possa esclamare: "Oh, ma che bella idea! Quasi quasi la ordino per regalarla a…"
Fatto questo, non dimenticate poi di segnalare tutte le vostre attività ai comparatori: saranno certamente in grado di offrirvi spazi redazionali o vetrine in target.

3- Misura e raccogli i dati, ti serviranno nell'immediato futuro.
Non lasciate che gli utenti passino senza lasciare traccia o senza, quantomeno, senza misurarne gli interessi. Se non l'avete ancora fatto, è possibile che sia il momento giusto per investire in un buon sistema di misurazione dell'audience del proprio sito e dedicare del tempo alla ottimizzazione del tutto.
Capire cosa fanno gli utenti ma anche chi vi porta del traffico che converte e studiare i dovuti accorgimenti.
Se potete cercate di farvi lasciare, in modo elegante, l'indirizzo email dei visitatori. Vedrete che torneranno utili per le prossime promozioni (la festa della mamma, del papà, pasqua etc etc) – non abusatene però!
Una visione oculata di quello che avviene sul sito è indispensabile per poter dire, in buona fede, che quello strumento di marketing utlizzato, non ha funzionato (comparatore prezzi ma anche keyword advertising o newsletter).

Vorrei passare ora la palla a chi di e-commerce vive e a chi invece sfrutta il canale online per fare acquisti. Ai primi chiederei come si stanno preparando per la stagione natalizia mentre ai secondi… cosa vi aspettate? Cosa vorreste che fosse migliorato sui siti di commercio elettronico?

Amazon Unbox: dont' try this at home!
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 12 Settembre 2006 

Amazon UnboxAmazon ha lanciato un nuovo servizio di download di film e serie tv, Unbox.

Ammiro Amazon e Jeff Bezos da sempre e la ritengo ancora oggi un esempio non raggiunto in quanto a personalizzazione e servizio al cliente. Però... questa volta ha proprio fatto una cavolata!

La guida è chiara ed esaustiva as usual, le immagini sono ben fatte, il processo è semplice...
MA
Per usare Unbox devi scaricare un programma e poi utilizzare solo quello, funziona solo con XP, ti installa una nuova versione di .NET senza chiedere il permesso e ti consente di vedere i film scaricato solo dal PC.
Basta?

Ora, io non acquisterei mai un paio di scarpe che possa portare solo con determinato tipo di calzini, non accetterei che un produttore mi dicesse che posso bere la sua birra solo in cucina e non in salotto, non comprerei un libro che si può leggere solo con gli occhiali.
Perchè dovrei accettare questa cosa per un donwload?

Devo dire che i commenti sono stai negativi ovunque, da Scoble, a Gartenberg di Jupiter, a Softpedia.

Peccato, sarà per il prossimo servizio!

ING Direct: partnership con eBay e Skype
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 7 Settembre 2006 

ing_ebay.JPGQuesto blog sta diventando un po' troppo "arancio" lo so, ma non ero al corrente del post di Elisabetta.
Vorrà dire che parlerò di IWbank e Fineco nei prossimi due post :)

Mi sembra però interessante la partnership stretta tra ING Direct e eBay, e che viene declinata con due "offerte" per l'apertura del Conto Arancio:
- Buono sconto da 80 € su eBay
- 1.500 minuti di telefonate gratis su Skype

Dopo vari accordi con alcuni operatori di e-commerce (Misterprice, MediaWorld ecc.) la zucca passa a collaborare con player di altro tipo, e con brand molto più interessanti.

Personalmente vedo la collaborazione tra gli operatori del merctao online come un buonissimo segno.
ING continua nell'ottica a performance che ha caratterizzato la sua comunicazione fin dall'inizio, e che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. EBay dal canto suo sta inziando a "sfruttare" il proprio enorme database anche per attività "extra-aste", come dimostra l'accordo con Google.

E dopo il conto...il Mondo Arancio.
Autore: Elisabetta.Oldrini | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 7 Settembre 2006 

arancio.jpg
Navigando su un sito di marketing mi sono imbattuta in un google ad la cui URL ha attratto la mia attenzione: Mondoarancio.it. Da un primo sguardo distratto, ho pensato che si trattasse di un annuncio relativo in qualche modo al famoso conto della zucca, poi ho letto il testo dell'inserzione e incuriosita sono andata sul sito.

"Adotta online un albero di arance ed oltre a tenerti aggiornato sulla sua crescita e salute, ti mandiamo a casa 20Kg delle sue arance!"
Niente a che fare con prodotti finanziari quindi.

Si tratta di una iniziativa siciliana in linea con una delle mode del momento: l'adozione di orti biologici.
Idea interessante e a sostegno dell'agricoltura locale. Facendo due conti, le arance così arrivano a domicilio a soli 60 centesimi al chilo assicurando riserve di Vitamina C a basso costo per tutto l'inverno (ovvio che avere posto per tenere 20 cassette di arance fa parte della valutazione del deal!)

Unica pecca di fruizione del servizio: il pagamento può essere fatto solo con vaglia postale.
Pecca tecnologica: con Firefox non si vede la sigla introduttiva al sito e bisogna passare direttamente dalle sezioni interne ("grazie Google" anche questa volta).

UPDATE - in effetti il costo è di 6 euro al chilo, non proprio convenientissime :-)

Pane al pane, vino ai blogger
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 3 Agosto 2006 

compagnia_cavatappi.gifLeggo su Pandemia dell'interessante iniziativa de "La Compagnia del Cavatappi".

Sul sito viene data la possibilità di recensire i prodotti e di votarli.
In generale il sito mi sembra ben fatto, i prodotti sono di un certo livello ma i prezzi abbordabili, al contrario di altri competitor. Si paga con PayPal.
Mi sembra ben fornita la sezione vini, interessante quella dei prodotti tipici, anche proveniente da altre nazioni. Non posso non segnalare poi la gassosa al caffè.

In ogni caso l'idea di "ricompensare" la recensione da parte dei blogger con un buono acquisto mi sembra ottima e decisamente 2.0.
Una volta ricevuti i prodotti completerò il post con una critica specifica.

Ah, ovviamente c'è anche il blog :)

Netcomm 06 – The Italian eCommerce Forum
Autore: Andrea.Boscaro | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 4 Luglio 2006 

Anche quest'anno l'ecommerce B2C italiano confermerà la sua straordinaria crescita e raggiungerà i 4 miliardi di euro di giro d'affari (+ 45% rispetto al 2005, stima Netcomm - Politecnico di Milano): un risultato notevole con tante luci e qualche ombra.

A brillare è soprattutto il record di ordini che sono aumentati del 55% con una leggera discesa del valore dello scontrino medio. Insieme all'utilizzo della carta di credito ormai impiegata nel 70% degli acquisti, questo dato conferma una diffusione massiccia presso gli utenti fedeli: tutti gli altri sono pronti per essere conquistati.

Le ombre. Il riscontro sui media, quasi sempre sfavorevole, in primo luogo.
E poi la concentrazione: nonostante la crescita di comparti ad elevato tasso di competizione quali l'informatica e l'elettronica di consumo, gli operatori top (soprattutto pure Internet player) la fanno da padrone con poche nuove entrate di grandi aziende capaci, grazie al loro marchio ed alla loro capacità di investimento, di aprire nuovi spazi sia dal lato della domanda che dal lato dell'offerta.

I negozi online stanno dimostrando di saper cogliere le sfide del web marketing e del servizio al cliente: ci auguriamo riescano sempre di più a competere anche nel contesto internazionale. Allora potremo davvero affermare con piena ragione che l'e-commerce è una risorsa importante per il nostro sistema Paese.

Puoi scaricare il report qui (bisogna prima registrarsi).

Google Checkout è attivo
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 29 Giugno 2006 

google_checkout.gifE alla fine arrivò: Google Checkout ha visto la luce, dopo mesi di rumors e nomi inventati (Gbuy, Gwallet ecc.).

La dichiarazione di Salar Kamangar, vice president of product management di Google, diramata da Google Press è la seguente:
"By integrating the checkout process with search and advertising, we're helping our users complete the cycle of searching, finding and buying. In the offline world, shoppers don't tolerate long lines and tedious data entry just to buy something. They shouldn't have to in the online world either. Google Checkout simplifies and improves the online purchase experience for both consumers and merchants."

Fin da subito quindi è chiaro che si punta, come per tutti gli altri prodotti, all'integrazione. Infatti per ogni $ speso su AdWords puoi processare 10 $ di ordini sul tuo shop. La tariffa "normale" è invece del 2% + 0,20 $ (tariffe PayPal: 1,9% + 0,35 €).
Il cerchio si chiude: spendo i soldi su AdWords per portare utenti al mio negozio e ottengo il software di pagamento potenzialmente gratis (1.000 $ di spesa, 10.000 $ di transazioni free).

I negozi che già lo utilizzano sono diversi, anche grandi, come Buy.com (screenshot), Starbucks, Timberland, Levi's, Dockers, Blufly, eCost, uBid ecc.

Al momento non ho altro da aggiungere. Sono un utente PayPal e lo trovo un servizio veramente ottimo. Staremo a vedere se e come reagirà a Google Checkout.
Google ha dalla sua tutti gli iscritti di Gmail (ma anche quelli di AdWords: ovviamente i dati del profilo sono gli stessi per tutti i servizi) mentre PayPal moltissimi ebayers: bella gara!

eBay... sul naviglio!
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 21 Giugno 2006 

venduto_ebay.JPGL'altra sera tornando a casa ho visto, proprio sul naviglio, un nuovo negozio, con il logo eBay sull'insegna.
Ovviamente non ho potuto evitare di fermarmi ed entrare.

Si tratta di Venduto!, un assistente alla compravendite su eBay.
In pratica tu porti fisicamente l'oggetto al negozio e loro te lo mettono all'asta su eBay, fanno le foto, gestiscono i feedback e tutto il resto.

Se non sbaglio in UK e in US ci sono altre iniziative come questa, ma in Italia credo siano i primi. L'idea è molto buona, considerando che sempre di più si sente parlare di eBay anche "offline".
In fondo chi non ha qualcosa di cui vuole disfarsi ma non sa come fare? Chi ha un PC, una connessione e un po' di dimestichezza con la fotografia digitale può anche fare da solo, senza dubbio, ma credo che il loro target sia ampio.
La chiave mi sembra il fatto di poter utilizzare il marchio eBay, che non è poco.

Ho già visto anche qualche loro pubblicità su free press, che mi sembra un mezzo perfetto per raggiungere il loro cliente tipo.

Nei prossimi giorni ci sarà l'inaugurazione ufficiale, quindi probabilmente avrò più dettagli da condividere.

Price comparison anche... senza comparison!
Autore: Andrea.Boscaro | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 23 Maggio 2006 

Talvolta si guarda ad un motore di ricerca per lo shopping online, come Lycos Shopping o Trovaprezzi, come un mero comparatore di prezzi. Questo può indurre i merchant a valutare la convenienza di una propria presenza su tali siti solamente in base al fatto se vi siano diretti concorrenti già online.

Mi permetto di fare una riflessione sul tema. Il meccanismo di comparazione è certamente un importante fattore di aumento della conversione post-click: più offerte, per uno stesso prodotto, sono a disposizione dell'utente più elevata è la probabilità che il potenziale cliente visiti solamente il sito che ha messo in campo l'opportunità più attraente (non solo per il prezzo).

In realtà però vale anche un'altra dinamica. Chi vende articoli che, per loro natura o per l'evoluzione attuale del mercato, sono pressoché senza concorrenti non trae per questo minori benefici dall’essere presente su un comparatore. Anzi. Semplicemente questo esercente la farà da padrone nella propria categoria merceologica e godrà della possibilità di raggiungere milioni di navigatori Internet che si affidano ai canali shopping per avere informazioni ed offerte: non vi sarà comparazione con offerte concorrenziali, ma neanche la relativa pressione sui prezzi e sui margini. C'è davvero poco da perdere quindi visto che il modello è quasi sempre a cost-per-click, a fronte di molto da guadagnare: utenti che potrebbero essere interessati proprio a quel bene e che non avrebbero saputo trovare altrimenti il sito del merchant o che semplicemente si fidano di più quando vi accedono da portali già conosciuti ed apprezzati.

Movie download: strane politiche di pricing
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 19 Maggio 2006 

H2odioVisto che il download di musica in un modo o nell'altro si sta avviando al successo è normale che anche le major cinematografiche si avvicino (lentamente e con prudenza eh!) al web come strumento di distribuzione.

Due notizie che ho letto nei giorni scorsi mi lasciano però un po' perplesso circa le politiche di pricing e di fruizione adottate:

Il nuovo film di Alex Infascelli, H2Odio, uscirà direttamente in DVD e sarà scaricabile dai siti Repubblica/L'Espresso.

Il download costa 4,90 € (la visione al cinema, di mercoledì, costa 5 € se non sbaglio), che già mi sembra altino come prezzo, considerando che:

L'acquisto dei diritti ti permette di vedere il film direttamente sul monitor del PC, con Windows Media Player versione 9 o superiore.

Inoltre:

Dopo aver scaricato il film, per vederlo dovrai attivare la licenza (solo la prima volta) che verrà installata sul PC utilizzato per la visione.
Per il download del film e per attivare la licenza bisogna essere connessi ad Internet, una volta completato il download non sarà più necessaria la connessione per vedere il film.

Ma non solo:

La licenza ti consente di vedere il film fino a 6 volte, inclusa la prima.

Infine:

È possibile effettuare il pagamento esclusivamente se maggiorenni, residenti e connessi ad Internet in Italia, a San Marino e nella Città del Vaticano, titolari di carte di credito VISA o MASTERCARD.

Sono solo io a considerare assurdo spendere 5 € per scaricare un film che puoi vedere solo sul PC e solo con Windows Media Player, non puoi vedere più di 6 volte (!) e per il quale devi attivare una licenza?


Seconda notizia: leggo su Speedblog che Vivid enterteinment consentirà il download dei propri film a... 19,95 dollari! Inoltre un sistema proprietario impedirà di masterizzare i DVD.

Ci metteranno ancora molto?

eBay: meno aste e più e-commerce
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 15 Maggio 2006 

eBay ExpressTrovo su Master New Media due interessanti novità che riguardano eBay.

La prima è eBay Express, che permette di utilizzare eBay come fosse un normale sito di e-commerce, con tanto di carrello.
In pratica riunisce tutti gli oggetti acquistabili a prezzo fisso da venditori "trusted", ovvero con feedback oltre il 97%.
Devo dire che grafica (non proprio la parte migliore di eBay...) e organizzazione delle categorie e del carrello sono ottimi.

Tra l'altro in questo modo è possibile effettuare un unico pagamento (con PayPal ovviamente).
All'inizio mi sono detto "se fossi un sito di e-commerce sarei preoccupatissimo", ma in realtà per un sito di e-commerce è una manna: a costi limitati è possibile dare visibilià ai propri prodotti presso un target amplissimo e in gran parte diverso da quello reperibile sui vari motori di price comparison.

Un'altra novità molto 2.0 è RSS Auction, che permette di ricevere via RSS feed da eBay (e anche Buy, Books.com e Half.com) customizzati in base all'oggetto e/o al venditore.

Infine qualche dato di una ricerca commissionata proprio da eBay a TnS Infratest Italia sul commercio elettronico in Italia.
In particolare mi ha impressionato il fatto che su eBay in Italia si venda un lettore DVD ogni 45 secondi, un oggetto informatico ogni 18 e un oggetto di moda ogni 12...
Sarebbe interessante vedere la ricerca nel suo insieme e poter analizzare i dati.

Il quadro che ne esce comunque è che eBay è in questo momento in Italia, vista la frammentazione e la numerosità dei player del settore, un punto di riferimento difficilemente arrivabile.
Non vorrei sembrare troppo pre-bolla, ma credo che la chiave sia la community... sì, l'ho detto :)

Database curato, prima di tutto
Autore: Andrea.Boscaro | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 11 Maggio 2006 

Secondo la recente ricerca di Sems/Nextplora 2006 sull'impatto dei motori di ricerca nelle decisioni d'acquisto, i comparatori come Kelkoo o Buycentral vengono visitati frequentemente dal 27% degli utenti mentre il il 45% degli intervistati li ha visitati più volte. Normale che i siti di commercio elettronico sempre di più si avvalgano dell'indicizzazione su questi siti per presentare le proprie offerte.
Il confronto con gli altri mercati europei - oltre alla proporzione molto più ridotta degli utenti Internet che comprano online ed allo scontrino medio inferiore (si vedano a questo proposito le recenti ricerche dello Eiaa) - dimostra però che l'attenzione posta dagli shops a curare il database che ci viene fornito è purtroppo molto più limitata.
Un motore di comparazione, per il suo dna, mette in competizione i siti di commercio elettronico non solo su prezzi e condizioni di vendita praticate, ma anche sulla capacità di presentare bene il proprio prodotto: immagini ben definite, descrizioni accurate e comprensibili, reali disponibilità della merce, sincronizzazione dei prezzi sono elementi necessari non solo perchè le proprie offerte siano cliccate, ma perché la conversione post-click sia di buon livello. Peraltro, nel caso di prodotti tech, la messa a disposizione dei codici EAN agevola anche il bundling delle offerte con schede tecniche come quelle fornite da Cnet incrementando così le informazioni che l'utente può raccogliere prima di effettuare il click.
Stiamo sicuramente tutti migliorando sotto questo aspetto, ma è davvero il momento di prestare la giusta attenzione per liberarci da ogni possibile freno alla crescita del nostro mercato.

Legal Jeans. Ordem e regresso.
Autore: Federico.Riva | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 5 Maggio 2006 

jeans.jpgNon ho il tempo di scrivere un post lungo sull'argomento (che meriterebbe per le sue caratteristiche di stravaganza e assurdità, una particolare attenzione (me ne occuperò sicuramente in maniera più approfondita in seguito), ma non voglio perdere l'occasione di anticipare il più possibile il fallimento di una iniziativa che ha intrapreso da qualche settimana la società per la quale ho lavorato circa 5 anni, ovverosia: Godado Italia S.r.l..

Prima una breve introduzione storica; poco prima del natale del 2005, gli amministratori e proprietari di Godado, Diego Ratti e Pietro Cassago, hanno deciso di 'licenziarmi'. Il termine non è corretto perchè io non ero assunto come dipendente, ma come consulente che 'de facto' svolgeva funzioni di dirigente e sostituiva i signori in questione in tutte le attività durante le loro assenze per motivi di svago o di lavoro.

Ho cominciato a lavorare in Godado nel febbraio del 2000 e ho visto crescere e decrescere e poi ancora crescere e poi decrescere questa societá tante volte, e tante volte l'ho risollevata dalla cattive acque in cui stava versando. Ho sempre pensato che il mio contributo fosse e fosse stato importante, ma mai come ora mi accorgo di quanto sia vero.
La dimostrazione di quanto dico sono le iniziative intraprese dalla Godado Italia S.r.l.

In primis, l'iniziativa di TeleGodado, ovverosia l'idea di dare vita a una televisione online sfruttando un netwok cinese. L'iniziativa, intrapresa solo da qualche sito di calcio mesi e mesi prima e da nessun altro è stata poi repentinamente eliminata in un week-end, quando siti più noti di Godado erano finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Il fatto che l'iniziativa di Telegodado.com sia stata un clamoroso flop non ha però impedito agli amministratori e manager di Godado di intraprendere un'altra intrapesa, ovverosia di dedicarsi allo shopping online.

Più precisamente:

- allo shopping online
- allo shopping online di abbigliamento
- allo shopping online di abbigliamento per donna
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana (il Brasile è noto per i prodotti di abbigliamento)
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile)
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levi's e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana

- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana nel mercato morto dell' e-commerce italiano, che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol (margine lordo operativo) positivo
- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile), che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni prima di andare in mol positivo, puntando sull abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano, e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc...

- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis, e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell' e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni, prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia

- allo shopping online di abbigliamento per donna di jeans con strass di una marca brasiliana di una ditta sconosciuta in Italia (e anche in Brasile) che costano come dei Levis e in alcuni casi come dei capi di Dolce & Gabbana, nel mercato morto dell'e-commerce italiano che preoccupa anche società che normalmente possono permettersi di stare in perdita per anni prima di andare in mol positivo, puntando sull'abbigliamento che è uno dei settori meno floridi dell'ecommerce italiano e che presenta innumerevoli problemi di resi, di taglie sbagliate, di capi difettati etc, senza avere pensato minimamente a produrre un sito indicizzabile da uno qualsiasi dei motori di ricerca utilizzati in Italia, utilizzando un nome a dominio che per chiunque non sappia il portoghese brasiliano significa legale e non cool o 'fico' come si direbbe in Italia.

Non mi ricordavo che nella ragione sociale di Godado Italia S.r.l. fosse possibile vendere prodotti (jeans, frutta o altro), ma sicuramente non capisco come sia possibile che, delle persone che hanno lavorato per anni in internet e che hanno avuto anche modo di conoscere persone e società, capaci di sfruttare in qualche modo i pochi spazi di crescita imprendioriale che permette il web italiano, non abbiano capito che non è sufficiente avere una fidanzata brasiliana, un padre che produce
tessuti e un altro padre che produce mobili (e che dovrebbe occuparsi del packaging dei jeans brasiliani) per avere successo in un mercato difficilissimo come quello dell'ínternet italiano, che lascia spazio concreto solo a società che, non solo si occupano di vendere prodotti sensati (hi-tech, libri e tutto quello che non comporta un rapporto emozionale o problematico
- come le taglie, la qualità dei tessuti etc...).

Nessuna attenzione al naming del sito o del prodotto, nessuna attenzione all'índicizzazione del sito stesso (che è per l'appunto non indicizzabile nella sua struttura attuale), nessuna attenzione alle più elementari norme di analisi della concorrenza e del mercato presente nel paese dove si opera (anche se i jeans legali si vendono anche all'estero), mi fanno pensare che veramente Internet sia un mercato più difficile del previsto, e che molto del dramma che internet ha vissuto e sta vivendo ora, sia dovuto a inziative sbalestrate come questa, che fanno allontanare i veri imprenditori da Internet (mostrando loro continui insuccessi) e fanno sì che se ne allontanino anche le persone (programmatori, grafici, commerciali) più capaci.

Tutti sanno che le donne amano acquistare i prodotti di abbigliamento nei negozi fisici e non virtuali, non solo per motivi pratici (e, vedendo i prezzi, direi anche economici), ma anche perché per le donne, come anche per alcuni uomini, è fondamentale un approccio emotivo, con il negozio stesso, con la commessa che viene ripetutamente subissata di richieste notoriamente non realizzabili, con il fidanzato o il marito che aspetta fuori fumando e guardando dalla vetrina come sta con il nuovo vestito.

Che senso ha vendere prodotti che probabilmente si trovano simili nel mercato sotto casa (non ho acquistato per vedere e forse non ha acquistato nemmeno qualche dipendente d Godado stessa)? Che senso ha mettersi in concorrenza (si licet) con leader come Yoox, che vendono solo prodotti di marche conosciute e apprezzate e che puntano, pur nelle difficoltà del mercato e pur investendo grosse cifre, solo a prodotti che sono difficilmente trovabili (ma che sono desiderati) in molte parti del nostro e soprattutto di altri paesi?

Ora vivo in Thailandia e non posso che ringraziare Godado Italia S.r.l., nelle persone dei suoi lungimiranti amministratori di avermi permesso di vivere questa esperienza. Forse troverò una fidanzata thailandese, magari recuperata in qualche 'bar' del posto e mi dedicherò a vendere massaggi. Ovviamente, massaggi online.

Anche gli ISP nel loro piccolo si incazzano
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 28 Aprile 2006 

logoasso_sm.gifCome scrissi qualche tempo fa, il decreto che prevede l'oscuramento dei siti di scommesse e di gioco d'azzardo ha sollevato giustamente tanti dubbi a diversi livelli.

C'è stato un ricorso di un operatore stranierio che però non aveva i titoli per farlo e che ha scelto un tribunale non idoneo. Inutile dire che gli operatori italiani che godono del monopolio a scapito dei cittadini italiani, hanno esultato: "ve l'avevamo detto che il blocco è legale ed è sano per i nostri conti".

Un altro operatore (Astrabet) ha presentato ricorso presso un tribunale civile, vincendo la causa, ma ciò non ha impedito che il proprio dominio continuasse ad essere oscurato. Nonostante nella sentenza si legga che siamo di fronte ad un precedente utile anche per altri operatori, AAMS ha dichiarato che si tratta di una "mosca bianca"!

Ora anche gli ISP si sono stancati di questa norma che impone loro di svolgere le funzioni del censore ed hanno fatto ricorso al TAR del Lazio attraverso Assoprovider. Vi lascio leggere quanto scritto nell'articolo apparso su Repubblica. Il concetto non cambia: il blocco dei siti è una limitazione della nostra libertà.

RSS per l'e-commerce: CHL fa il primo passo
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 14 Febbraio 2006 

toolbar_chl.JPGUn po' di tempo fa Max aveva segnalato l'utilizzo degli RSS da parte di Tesco per avvertire gli utenti delle nuove promozioni. Negli Usa i feed RSS sono già utilizzati per esempio da Buy.com.
In Italia il primo sito di e-commerce a provarci è CHL (che ha avuto il merito, tra gli altri, di riunire noi imloggers :)), che ha rilasciato proprio oggi i feed relativi al catalogo: è possibile ricevere gli aggiornamenti su tutto il catalogo, appunto, oppure sui nuovi prodotti di specifici reparti e sottoreparti.

CHL, che sfoggia una nuova toolbar in puro stile Amazon, è sempre stata pioniera nei nuovi servizi relativi all'e-commerce, al di là della storia societaria dell'azienda.

Chiaramente tutto sta nel valutare quali possono essere l'impatto e l'utilità di questa operazione.
Premesso che non sempre il ROI è calcolabile, in questo caso sarà per forza positivo, considerando che il costo, al di là dello sviluppo iniziale, è tendente a zero.
Il target poi è quello giusto, ovvero gli "smanettoni". Non dubito quindi del fatto che molti utenti proveranno il servizio da subito, magari proprio per essere i primi e poi lamentarsi sul forum, in puro stile community :)

I problemi dell'e-commerce italiano sono ben altri e ben più gravi, come sappiamo, ma di sicuro qualche novità e qualche strumento che contribuisca a migliorare il rapporto con il cliente sono sempre da accogliere in modo positivo.

Magari tra qualche settimana chiederemo a CHL un po' di dati per valutare il successo dell'inziativa.

Ecommerce made in Trentino
Autore: Elisabetta.Oldrini | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 27 Gennaio 2006 

multipot.jpgDopo aver vagliato oggetti utili e inutili, ho deciso che uno dei regali che avrei fatto questo Natale sarebbe stato un oggetto molto innovativo e pensato per chi non fa a meno di tecnologie ad uso personale (cellulare, palmare, iPod). Un oggetto che continuavo a veder pubblicizzato in riviste e giornali: la lampada-multipresa Multipot di Rotaliana.

Non avendo tempo di andare per negozi a cercarla, sono andata sul sito sperando di poterla comprare online. Niente da fare. Solo foto, decrizioni e l'elenco dei rivenditori; purtroppo, nella mia città, di rivenditori nemmeno l'ombra. Googolando la lampada per vari siti, scopro che la posso comprare da un sito americano, ma pagandola il 50% in più e con aggiunta di spese di spedizione . Abbandono l'idea e posticipo lo shopping natalizio all'ultimo minuto.

Ritorno sul sito il 17 dicembre, sabato, per rivedere l'elenco dei rivenditori più vicini rassegnata ad una lunga trasferta per acquistare l'oggetto del desiderio, ma con mia somma gioia è apparsa la sezione ACQUISTA ONLINE. Detto, fatto, lascio i dati, numero di carta e clic. Niente spese di spedizione e in due giorni lavorativi, ovvero il 20 dicembre la lampada arriva a domicilio! Bella e funzionale e pronta per andare sotto l'albero.

Ora, a parte il fatto che i colleghi di lavoro mi hanno preso in giro per una settimana dicendo che una volgare ciabatta multi-presa avrebbe fatto lo stesso effetto (non capite niente di design, figli del Brico Center!) e mi sarebbe costata quindici volte meno (si ma immaginatevi la sua espressione una volta aperto il regalo...), voglio sottolineare l'efficienza della ditta trentina nel loro approccio con il commercio online, un form semplice, condizioni di vendita chiare e sintetiche e un servizio impeccabile. Il dubbio che la velocità sia dovuta anche alla poca richiesta rimane, ma non importa, come consumatore l'esperienza è stata ottima e ora se devo pensare a dove comprare le lampade di casa, uno dei primi brand che mi verranno in mente è Rotaliana.

Scommesse online: leggi made in China
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 13 Gennaio 2006 

cavalli.jpgNon scriverò di prodotti realizzati o copiati utilizzando manodopera a basso costo, ma di una legge che è stata approvata dal parlamento italiano, contenuta nella recente Legge Finanziaria. Si tratta di una legge che dovrebbe impedire a coloro che utilizzano un provider italiano (Alice, Tiscali, Fastweb, …) di connettersi con operatori di scommesse e di gioco d’azzardo privi della licenza per operare sul mercato italiano. Una legge che ha tutte le caratteristiche per essere ricondotta al regime di Pechino dove la censura di siti Web e di giornalisti poco allineati colpisce con una certa frequenza.

La nuova legge prevederebbe una sanzione per i provider che non dovessero bloccare l’accesso a questi siti; uso il condizionale perchè ad oggi nulla di tutto ciò è stato messo in pratica nonostante la norma sia entrata in vigore il 1 gennaio 2006. La multa per i provider inadempienti è abbastanza salata, arriva a 180.000 Euro. I clienti dei siti in questione non rischiano nulla: la Comunità Europea attraverso la sentenza Gambelli ha già sancito la liceità per i cittadini italiani di utilizzare i servizi presenti in altri paesi CEE utilizzando internet come canale di comunicazione.

Ovviamente gli operatori internazionali si sono coalizzati per chiedere un intervento della Comunità Europea in quanto la normativa è chiaramente in contrasto con una delle norme fondamentali su cui si regge la CEE ossia la libera circolazione di beni e servizi al suo interno.

Ma gli altri paesi cosa stanno facendo? Stanno detassando il settore! Ma come? Detassano i mercati delle scommesse sportive, per esempio, perchè l'aumento del valore delle scommesse generato dalla maggiore convenienza (una tassazione più bassa porta a delle quote più interessanti) compensa il minor introito diretto e rende il mercato ancora più interessante per il cliente finale.

In Italia invece un po’ per l’incapacità di chi governa questo settore (l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, AAMS) e un po’ per la pigrizia di rivoluzionare un settore che versa in condizioni pietose (l'ippica in particolare), qualcuno ha ben pensato di utilizzare la strada più semplice intervenendo sul mezzo anziché studiare alternative sensate dove è il mercato globale a stabilire l'offerta.

La scorsa settimana il Sole 24 Ore ha pubblicato una interessante ricerca secondo cui il mercato dei giochi in Italia rappresenti la quarta industria per valore dopo l’industria del petrolio, delle auto, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni con 27,7 miliardi di Euro di fatturato nel 2005, dove le scommesse sportive sono il comparto maggiormente in crescita. Che sia il caso finalmente di gestire questo mercato con professionalità?

Google Video: c'è sempre una prima volta
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 10 Gennaio 2006 

google_video.JPGNon sono certo il primo a dare la notizia dell'inaugurazione del servizio di e-commerce di Google Video, che permetterà di acquistare le partite NBA, le puntate dei serial della CBS e altro ancora man mano che procederanno gli accordi con la major.

Il sito è basic, come sempre, accompagnato anche da un bel blog, come ormai ogni prodotto della grande G.
La ricerca dei video è di default mista, free e pay, con la possibilità di rifinirla anche per dimensione del file (ma non per prezzo, per esempio).

Nulla da dire quindi sulle modalità del servizio e tutto il resto. L'aspetto però sul quale vorrei soffermarmi è un altro: è la prima volta, se ricordo bene, che Google vende qualcosa direttamente all'utente dei propri servizi e si fa pagare.
Nulla di male per carità, non voglio stare qui a parlare di "perdita dell'innocenza" o cose simili. Però mi sembra una svolta non da poco per i ragazzi di Mountain View.
Sono solo io a vederla come una cosa molto poco Web 2.0?

Chiariamo, non sono nè scandalizzato, nè deluso, nè altro, mi chiedo solo perchè e in che modo si sia maturata questa scelta per certi versi innovativa nel mondo Google. E' un cambio di rotta o solo un episodio? Arriveranno altri servizi "pay", tipo Gmail da 10GB, mappe personalizzate, ricerche targettizzate e così via?

Lo ammetto, un passaggio from free to fee di Google mi metterebbe in crisi non poco :)

Babbo Natale in UK è un po' affannato
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 15 Dicembre 2005 

ftcris.gifIn prima pagina del Financial Times di oggi: "Retailers reel at online surge". Le versioni online dei supermercati inglesi quest'anno non saranno in grado di servire tutte le richieste dei clienti. I numeri come sempre, quando si parla di questo mercato, sono impressionanti.

Sainsbury, per esempio, nonostante abbia offerto il 30% di slot di consegna in più rispetto agli altri periodi dell'anno, non sarà in grado di soddisfare tutte le richieste: il 75% di questi slot è stato prenotato nella prima settimana in cui il sito ha reso disponibili le prenotazioni.

Le previsioni dicono che 24 milioni di inglesi tra novembre e Natale spenderanno €7,5 miliardi (l'anno scorso spesero "solo" 5 miliardi di euro). Il comparto del grocery assorbirà il 17% di questo fatturato.

Tesco dichiara che rispetto all'anno scorso le consegne settimanali sono passate da una media di 170.000 a 200.000 e i 1.500 furgoncini che scorazzano per le strade inglesi, sono al limite della capacità di consegna.

Anche i 6.000 tacchini che saranno consegnati da Ocado nel periodo natalizio, sono l'ennesima dimostrazione della maturità di questo mercato che viaggia ad una velocità e con risultati che lasciano sempre un po' di amaro in bocca se pensiamo a quello che sta o non sta accadendo nel nostro bellissimo paese.

Carta di credito: siamo ancora li'...
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 30 Agosto 2005 

nike_newsletter_small.JPGMax, il 5 marzo 2004, aveva scritto un post dal titolo "La carta non ha ancora credito". Ad un anno e mezzo di distanza e' abbastanza desolante constatare che, in Italia, siamo ancora a qual punto.

Ho appena ricevuto una newsletter di Nike (cliccate sull'immagine per vederla) in cui, oltre all'ovvia promozione del prodotto, campeggia una bella scritta in evidenza che comunica la possibilita' di pagare online con bonifico bancario!

Siccome Nike lavora molto bene sul web e dubito faccia queste cose a caso, deduco che questa decisione di marketing sia maturata in seguito ad una valutazione seria del comportamento dei loro utenti, che evidentemente ancora non si fidano della forma di pagamento piu' logica e comoda.

Non ho voglia di riparlare delle solite questioni trite e ritrite, ma non mi e' mai capitato di vedere nessuno che al ristorante chiede di poter pagare con bonifico o si faccia scrupolo a lasciare la carta al cameriere.

E' da prima del 2000 che si parla di queste cose e davvero i passi avanti sono pochi: evidentemnete questa mancanza di cultura non si riesce a colmare. E di sicuro la soluzione non e' nella carte prepagate o in sistemi come Bankpass e simili.

SKYPE è entrata nel marketing
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 11 Luglio 2005 
free_skypeout_day.gif

SKYPE è un'azienda da prendere a modello per diversi aspetti: nasce da un'idea geniale ma tutto sommato non di difficile realizzazione; è riuscita a creare un brand forte e "cool" con poche spese e molto passaparola; ha trovato il giusto mix tra free e fee; ha un corporate blog ben fatto e lo sa usare; ha creato una community di utenti/clienti.

Ma anche le idee geniali hanno bisogno del marketing!

L'iniziativa promozionale che attualmente Skype sta lanciando sul proprio sito e sul proprio blog sono i Free SkypeOut Days: giorni "speciali" durante i quali gli utenti registrati avranno la possibilità di redimere un credito per 10 minuti di telefonate gratis verso telefoni fissi e cellulari (le chiamte Skype-to-Skype sono sempre gratis, e lo rimarranno, a sentire loro).

Considerando che gli utenti di Skype in tutto il mondo sono nell'ordine dei milioni la cosa non è di poco conto. E ovviamente questo più che un regalo agli utenti già registrati è una call-to-action (utlimamente abuso di questo termine...) per i potenziali nuovi utenti.

Quello che mi piac edi più è, come anche per Google, il tono, ovvero il registro che utilizzano per relazionarsi agli utenti:

We wish every day could be a Free SkypeOut Day, but that would make us bankrupt. So our accountant says we can have 4 of them this month

On Free SkypeOut Days you will find a “get a free Skype gift” button on your account page. Click on it before it disappears at the end of the day. Then, ‘hey presto’, you’ll be able to claim your SkypeOut credit. It’s our little gift to you. We hope you like it

Probabilmente la concorrenza si fa serrata, essendo il VoIP il settore caldo del momento, e quindi Skype cerca di acquisire nuovi clienti e di fidelizzare il più possibile gli attuali. Beh, che dire, la strada sembra quella giusta!

Happy birthday Amazon
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 8 Luglio 2005 
amazon_10anniversary.gif

Il 16 luglio Amazon festeggia 10 anni di attività, e lo fa in grande stile!

Il main event è un concerto che verrà trasmesso in streaming sul sito a partire dalle 5 del pomeriggio con Bob Dylan e Norah Jones.
E' stata poi predisposta un'area dedicata ai best-selling authors con cententui speciali e interviste in esclusiva.
Alcuni fortunati clienti poi si sono visti recapitare i loro pacchi da personaggi famosi: un tizio che ha ordinato un paio di scarpe dell'Adidas ha aperto la porta e ha trovato Anna Kournikova; una ragazza che ha acquistato il cofanetto con i DVD della serie "Sex & the city" ha ricevuto il pacco nientemeno che da Mr. Big (alias Chris Noth).
E infine non poteva mancare la call to action: chi creerà una nuova wish list tra il 7 e il 16 luglio avrà la possibilità di vincere tutti i prodotti in essa contenuti (fino ad un valore di 5.000 $)!

Come festeggiamento non mi sembra male. Pochi giorni fa avevo criticato il restyling della toolbar, ora "torno all'ovile" e faccio tanti auguri al miglior sito di e-commerce del mondo!

Anche Amazon come IMlog...
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 17 Giugno 2005 

amazon_toolbar.gifAnche Amazon come IMlog ha deciso di rifarsi il look :)
Forse arrivo tardi, me ne sono accorto solo oggi. E, sarà che sono indaffarato con la grafica di IMlog (ancora work-in-progress) e quindi sono maggiormente sensibile a questi aspetti, ma... lo dico sottovoce: non mi piace tanto.

O meglio, la grafica mi piace, il nuovo colore anche, l'integrazione con la ricerca A9 pure, ma c'è una cosa che secondo me è molto grave: il logo solo nel tab della toolbar.
Guardando la pagina non riesco a scacciare la sensazione che manchi un pezzo, e quasi mi viene da scrollare per vedere se in alto a sinistra appare il logo.

E' vero che Amazon non è mai stata particolarmente apprezzabile dal punto di vista del layout e che i suoi meriti sono altri. E' altrettanto vero che non è certo il branding la sua preoccupazione principale, ma mi sembra davvero un passo falso: cambi la grafica una volta ogni 10 anni ed è questo quello che ne viene fuori?

Voi che ne pensate?

Comunicazioni destabilizzanti
Autore: Thomas.Grones | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 15 Giugno 2005 

Lettura di un comunicato stampa da un addetto ai lavori: Ecommerce

Ogni mese tradedoubler, nota società legata al mondo del pay per action esce con i propri report che lega all’andamento del mercato e-commerce. Sempre crescite a due cifre, sempre positivo il trend dell’e-commerce o interpretazioni a rischio. Sarebbe auspicabile che le aziende italiane operanti nei servizi web fossero così puntuali e sollecite nelle comunicazioni al pubblico, soprattutto perché in tal modo si eviterebbe la confusione che ogni mese tradedoubler crea nel mercato, soprattutto negli addetti stampa delle testate che si giovano dei comunicati per scrivere i propri pezzi.

Il punto è che tradedoubler comunica come dati di mercato i propri dati, rimanendo sulla labile differenza che intercorre tra mercato dei propri clienti sul circuito e mercato complessivo. La differenza è una sottile differenza non di poco conto.

Tradedoubler è una società di servizi il cui numero di clienti cresce di mese in mese su base internazionale e cambia di mese in mese la scena degli attori su base locale, ed è per lei un bene, segno che l’azienda è sana ed il proprio modello di business regge bene. Al contempo cresce il numero di inserzionisti che offre parte dei propri spazi di advertising al circuito di tradedoubler per monetizzare il traffico. E’ quindi ovvio che a fronte di queste crescite cresca il rapporto tra gli introiti maturati e generati dall’azienda nel mese trascorso rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente, ed ovvie anche le fluttuazioni determinate da entrate o uscite di scena dal suo panel di clienti.

Proprio ovvio pero’ questo non è. Sebbene l’azienda comunichi che “Il TradeDoubler Tracker™ è un report mensile che illustra volumi e trend delle vendite online in Europa sulla base dei dati di rilevazione raccolti da TradeDoubler all’interno del suo network europeo. I dati riportati dal Tracker illustrano i risultati tracciati e generati all’interno della rete di TradeDoubler, presente in 16 Paesi europei con clienti operanti in diversi settori.” …Ovvero si tratti di dati evinti dal proprio panel e non dal mercato di riferimento composto da tutti gli attori che ne fanno parte, molte testate poi omettono questo dato e molti lettori meno attenti al valore dell’informazione rilasciata leggono in tradedoubler il termometro del mercato del commercio elettronico.

Ecco quindi che l’informazione diventa distorta. Così non è poi infrequente ritrovarsi il giornalista che chiama per conferme, per sentire altre campane, ed ecco che va spiegato nuovamente il polso del mercato ecommerce italiano. Verifiche possono essere fatte sulle riprese di varie testate… che copiaincollano il comunicato senza assimilarlo, facendosi prendere dai numeri ovviamente positivissimi del mercato. Ma mi ripeto; le fluttuazioni, gli aumenti sono direttamente correlati all’azienda che comunica, non al mercato.

Il mercato è un'altra cosa e sarebbe auspicabile che tutti gli operatori del mercato ecommerce italiano realmente si associassero iniziando a comunicare in maniera puntuale il termometro dell’andamento del mercato. Sarebbe un bene per tutti.

Fineco: service not found
Autore: Giuseppe.Mayer | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 10 Maggio 2005 

fineco.gifSarà un periodo sfortunato, ma continua la mia serie di post sulle disavventure che possono capitare utilizzando servizi e prodotti online. Questa volta è il turno di Fineco; sono un loro correntista della prima ora ed in linea di massima non ho mai avuto grossi problemi, anche se non ho mai testato pesantemente i loro servizi di trading o altro.

Ecco cosa è successo; lo scorso mese di Marzo ho acquistato sul sito Apple.com un G5 pagando con la mia carta di credito. Arrivato il prodotto scopro che purtroppo ha un difetto fisico e provvedo alla restituzione con rimborso di quanto pagato.

Il pagamento è stato contabilizzato nella carta sul mese di marzo, mentre il rimborso (sarà sfiga) nel mese di aprile; ingenuamente do per scontato che quella cifra sarà stornata sul mio conto corrente in automatico a fine mese.

Chiamo il servizio clienti Fineco, solo per scrupolo e ... qui cominciano i guai; l'operatore che mi risponde mi conferma l'automaticità dello storno, ma mi chiede anche di fare un fax al servizio carte Fineco per velocizzare la cosa ed avere la cifra disponibile sul conto in 24/48 ore.

Così faccio ed inizio ad attendere, attendere ... attendere... Passati 15 giorni richiamo il servizio clienti e questa volta mi informano che lo storno può avvenire SOLO a fine mese; mah ... mi metto l'anima in pace e aspetto l'inizio di maggio.

Arriviamo così a venerdì scorso; sul conto corrente ora è presente una cifra "stornata" dalla carta di credito, ma, sorpresa sorpresa, l'importo è diverso rispetto alla cifra accreditata sulla carta di credito. Mi armo ancora una volta di pazienza e richiamo il servizio clienti; l'operatore, verificata la differenza, mi garantisce che mi richiamerà in giornata dopo le opportune verifiche ma ... non mi chiama nessuno!

Questa mattina allora richiamo Fineco per sapere a che punto sono e, dopo i soliti 10 minuti di attesa, la responsabile del servizio clienti mi dice che ...ci vorrà ancora qualche giorno (forse 10 giorni, un mese) e mi consiglia, come soluzione, un reclamo formale....

Ciliegina sulla torta; questa mattina, entrando nel sito Fineco con il mio username e password ... mi compare una pagina "file not found" (l'immagine qui in alto) ... davvero non è il loro giorno fortunato!

Piccola riflessione: se utilizzo un servizio online mi prendo carico io di una serie di attività che un tempo erano realizzate agli sportelli ed in cambio di questa semplificazione dei processi ho uno sconto sul costo del mio conto corrente; ma allora perchè non investire nel servizio?

Se questo è lo stato dell'arte nella gestione delle problematiche legate ad acquisti via e-commerce credo ci sarà molta strada da fare prima di avere un mercato maturo anche in Italia.

Finalmente un concorrente per Yoox?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 10 Maggio 2005 

dressup_logo.jpgDa poche settimane è online Dressup.it, un sito di e-commerce che vende abbigliamento firmato.

Il settore fino ad ora era praticamente monopolio di Yoox, che ha creato il mercato in Italia e trovato il giusto modello di business.
Dressup si pone sulla stessa scia, pur con un catalogo al momento molto meno fornito, ma con alcuni brand di rilievo e difficili da reperire altrove, anche off-line (per esempio Abercrombie & Fitch).
L'azienda è di S.Marino, e per l'infrastruttura, il sito e la gestione degli ordini (praticamente tutto tranne il magazzino) si è affidata a Megalink, proprietaria di Misterprice ed ePlaza (perchè continuino a mantenere i due siti distinti resta un mistero per me).

L'infrasttuttura del sito è molto semplice ma gradevole, anche se i titoli delle macro-sezioni (donna, uomo, promozioni) non appaiono formattati correttamente su Firefox/Mozilla. Interessante la navigazione per categorie nella barra destra, che propone una modalità poco usata, ovvero la possibilità di tornare alla sezione precedente "eliminando" l'ultima selezione (lo so, non è molto chiaro, ecco un esempio).

Anche il claim è azzeccato: "have a nice click". Non so se è stato valutato questo aspetto ma anche dal punto di vista concorrenziale ritengo il posizionamento corretto, dato che Yoox punta sempre meno sul prezzo e sempre più sui nuovi brand, sulle tendenze e sui prodotti originali.

Spero che questo nuovo ingresso apra un po' questo mercato che secondo me ha grandi potenzialità, come dimostrano il grande successo degli outlet offline e le vendite di Yoox.

Ditelo con i fiori, ma attenti alla carta di credito!
Autore: Giuseppe.Mayer | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 6 Maggio 2005 

images.jpgCi vuole poco online per rovinare del tutto un'esperienza di acquisto potenzialmente gradevole e perdere così un cliente affezionato e disponibile ad utilizzare la carta di credito.

Nel corso degli anni mi è capitato più volte, per motivi diversi, di ordinare la spedizione di fiori via web attraverso il sito Interflora e, devo dire, mi sono sempre trovato abbastanza bene; magari qualche piccolo ritardo di consegna, ma nulla di grave.

Un paio di settimane fa ho provato a completare un nuovo acquisto (per il compleanno della mamma...), ma qualcosa non è andato per il verso giusto; il prodotto ordinato (una pianta di gardenia) non era infatti disponibile e mi sono visto costretto ad annullare l'ordine.

Quello che adesso mi chiedo è, ma per quale motivo il sistema Interflora addebita la mia carta di credito prima di verificare disponibilità del prodotto e prima di procedere all'effettiva spedizione? Non sarebbe più facile (ed onesto) toccare la carta di credito solo quando si è sicuro di poter fornire un servizio?

Quando ordino libri su Amazon (ma vale anche per i più seri siti di e-com italiani), la mia carta non viene toccata fino al momento esatto in cui il prodotto viene spedito; perchè? Perchè ci possono essere migliaia di motivi per cui un ordine fatto a distanza può non andare a buon fine: errata disponibilità residua, tempi di attesa troppo lunghi, etc e la gestione di uno storno è sempre operazione "delicata", da seguire con conseguente perdita di tempo.

Non so come andrà a finire, spero solo che, come scuse per il disservizio, non mi arrivi a casa una pianta di gardenia ..

Forse cercavi Monclick.it? No, però...
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 5 Maggio 2005 

monclick_adv.gifChi è di Milano o chi legge la Gazzetta dello Sport probabilmente si sarà imbattuto nella pubblicità di www.monclick.it, con Linus come testimonial.

Monclick è il nuovo e-shop di Esprinet, il primo distributore di prodotti informatici in Italia, fresco fresco di messa online.
L'investimento pubblicitario, la scelta del testimonial e la società che ci sta dietro fanno senza dubbio pensare ad un ingresso in grande stile nel mondo dell'e-commerce italiano.

La prima considerazione che mi viene in mente è senza dubbio positiva per quel che rigiuarda il mercato e in assoluto l'e-business italiano. Se Esprinet ha deciso di fare questo passo evidentemente ha fiducia nel commercio elettronico in Italia, avrà sicuramente fatto delle analisi di mercato e verificato che c'è spazio e valutato che il business fosse sostenibile.

Il panorama negli ultimi anni per quanto riguarda il settore ICT era piuttosto statico, con i soliti player a spartirsi il grosso della torta e molti piccoli new-comers a ritagliarsi spazi in quel che avanzava. Molto era, ed è, giocato sulla presenza nei reparti shopping dei portali, le attività SEM/SEO e le affiliation, con poca attenzione al branding ed alla fidelizzazione.
L'ingresso "rumoroso" di Monclick a mio modo di vedere può cambiare gli equilibri, proponendosi un po' come CHL negli anni 2000/2001 e puntando su una strategia più forte e con più personalità (anche se mi sfugge il legame tra il nome ed il polipo che caratterizza il sito).

Per quanto riguarda il sito la prima impressione è positiva, anche se dal punto di vista grafico appare un po' sovraccarico. Le funzionalità sembrano esserci tutte e la scelta dei prodotti è ottima, potendo attingere ovviamente da uno dei magazzini più forniti in Italia.
Dovranno sicuramente lavorare molto sulla visibilità online oltre che quella offline che difficilmente potrà essere mantenuta anche dopo il lancio, ma i presupposti ci sono tutti.

Sono molto curioso di vedere quali saranno i prossimi passi, ma in ognoi caso una ventata d'aria nuova ci voleva e spero che faccia cadere un po' della polvere che era caduta sugli operatori del mercato e-commerce ICT.
Per rispondere al claim, no, non cercavo Monclick, ma sono contento di averlo trovato!

Paypal, da 'Donate!' a sistema professionale?
Autore: Gianluca.Diegoli | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 5 Maggio 2005 

Avevo sempre considerato Paypal un ottimo servizio, e ingiustamente misconosciuto dal mainstream di compratori e venditori online italiani, probabilmente a causa del sito -solo in inglese- e di alcune limitazioni nel trasferimento dei fondi presso conti italiani.

Oggi che entrambe le presunte cause sono venute meno, ecco che Paypal rappresenta una valida -e professionale- alternativa a tutti i classici gateway di carte di credito di estrazione bancaria, la cui attivazione richiede spesso un contatto di tipo tradizionale con l'istituto di credito, moduli, firme, funzionari che spesso non sanno di cosa si stia parlando, apertura di conti obbligatorie, ecc. ecc.

Qualcuno, più innovativo e sfrontato, non ha avuto paura di usarlo come unico mezzo di pagamento via carta di credito, e di integrarlo perfettamente nel flusso di acquisto (preciso che non sono in alcuno modo collegato con loro :-).

Secondo me, è solo l'inizio.

Ma i pagamenti in internet sono sicuri? (Seconda parte)
Autore: Claudia.Lanteri | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 22 Aprile 2005 

Leggi la prima parte.

Pagamento con carta di credito

Per pagare con la carta di credito, in modalità sicura, è necessario effettuare quattro passaggi:

  • registrazione: per registrarsi a MobilMat è sufficiente possedere un telefono cellulare GSM e chiamare il numero verde 800.XX.XXXX. La voce guida chiederà di scegliere e digitare un codice segreto atto all'identificazione(PIN) e di registrare una domanda e relativa risposta segreta.
  • Recarsi presso un rivenditore wind o presso una Banca convenzionata per l'identificazione
  • Selezionare l'icona di MobilMat sul sito di e-commerce.
  • Chiamare il numero verde 800.06.97.97.XXX che compare a video ed autorizzare la transazione inserendo sul telefono il PIN. La transazione è così effettuata

La sicurezza del servizio sta nel fatto che l'addebito viene fatto solo ed esclusivamente se il messaggio perviene dal cellulare che ha effettuato la registrazione iniziale e del pin scelto al momento della registrazione.

Pagamento con moneta Mobilmat

La "moneta mobilmat" è uno strumento anonimo simile alle schede delle ricariche telefoniche.
Per pagare con "moneta mobilmat" è necessario:

  • recarsi presso un rivenditore
  • inserire nel sito internet il codice (di solito di 16 o 32 caratteri) che si trova sulla carta acquistata

E' uno strumento adatto ai pagamenti di piccolo importo.

Pagamento con conto Mobilmat

Si tratta di "una via di mezzo tra una carta ricaricabile" e un C/C on line.
I suoi requisiti sono:

  • è nominativo
  • attivabile via Internet e collegato al proprio conto corrente.
  • remunerato al TUS -0.75%, esente da tasse e bolli.
  • ha validità 1 ANNO dal giorno dell'apertura.
  • costo max 25€.
  • ricaricabile tramite bonifico o RID.

Alcuni esempi

Il pagamento con Mobilmat si può effettuare presso circa tremila negozi su internet che vendono articoli di diversi settori merceologici.

I più significativi sono:

  • eDreams nel settore viaggi
  • Wineshop nel settore alimentare
  • Unieuro il sito della famosa catena di negozi
  • eBay, il famoso sito di asteonline
  • INDEX: nato dalla collaborazione tra Index Europea e MobilMat consiste in uno strumento di pagamento BtoB comune tra gli aderenti del Portale IndexPoint di Index Europea attraverso la CartaIndex Omnia. Il Portale rappresenta un marketplace ove le quasi 1.000 aziende aderenti hanno la possibilità di scambiare tra loro a prezzi "Convenzionati" prodotti e servizi.
  • Whitecard: nasce dalla collaborazione tra Progevo e MobilMat consiste in una serie di servizi legati al "mondo della neve".


Altri operatori : PAYPAL
Nel mondo (soprattutto in America) non serve essere Banca per proporre un sistema di pagamento in internet. In Italia la legislazione bancaria è più ferrea.
Vediamo, ad esempio, come funziona uno dei tanti strumenti di pagamento che si sta diffondendo in Italia.

Paypall sarebbe poco conosciuto in Italia se non venisse utilizzato dai venditori americani che pubblicizzano i loro prodotti su eBay.

Come funziona l'iscrizione a Paypall?

  • Il navigatore entra nel sito
  • Digita i suoi dati personali (nome, indirizzo, e-mail…)
  • Sceglie un nome utente ed una password
  • Entra su un'altra pagina (naturalmente protetta da certidicato di sicurezza https)
  • Digita il numero della propria carta di credito e la scadenza
  • Inserisce le prime 3 cifre che si trovano nella parte posteriore della carta (codice che di solito non viene richiesto nei normali siti internet e che quindi conferma il possesso della carta)
  • Riceve una e-mail con un codice
  • Risponde alla e-mail e rientra sul sito con il codice che paypall gli ha inviato
  • Dopo questi passaggi è finalmente un utente paypall.

Come funziona l'acquisto con Paypall?
Nell' e-mail di conferma, inviato da E-bay per l'aggiudicazione dell'asta, viene fatto pervenire un codice da usare per il pagamento. Si entra sul sito di paypal, si indica:

  • il codice EBAY + un "ITEM NUMBER" (codice di sicurezza che comunica paypall)
  • l'email del venditore
  • l'importo
  • il codice dato da ebay che identifica l'acquisto

Dopo aver cliccato sul ok il pagamento è avvenuto (viene inviata anche una e-mail di conferma da paypall)

Paypall ha 42.000 esercenti convenzionati e fornisce al "negozio virtuale" altri servizi quali:

  • invio elettronico di fatture
  • gestione della spedizione e del tracking merci
  • gestione di report sulle entrate per riconciliare gli importi

La posizione delle Banche: BankPassWeb

Se siete titolari di carta di credito vi sarete accorti che negli ultimi estratti conto l'allegato che avete ricevuto trattava il tema della sicurezza.
Non vi sembra strano che sull'estratto conto di una carta di credito compaiano domande quali: "Le carte di credito non sarebbero più sicure se si chiedesse la digitazione di un PIN per ogni pagamento?…

Questi messaggi preparano i clienti ad una novità: il sistema bancario italiano ha deciso di adottare, dal 1° novembre 2004, una Policy che garantisca ai Clienti sicurezza negli acquisti su Internet e tutela contro le frodi on-line.

La Policy prevede l'adesione - da parte dei Titolari di carte di credito di emissione bancaria - ad uno dei sistemi di e-commerce sicuro riconosciuti dal sistema bancario italiano e dai circuiti internazionali Visa e MasterCard.

L'adesione è facoltativa , ma è bene ricordare che - dall'entrata in vigore della Policy e, quindi, dal 1° novembre 2004 - solo i Titolari, che avranno adottato modalità di pagamento sicure per gli acquisti on-line, potranno contare sulla massima tutela da parte di CartaSi e delle Banche del sistema.

Per questo motivo i gestori di carte (Visa, Mastercard, ecc.) invitano le Banche e i loro clienti ad aderire a Bankpassweb.

Un'importante innovazione consiste nella possibilità di utilizzare anche il bancomat come strumento di pagamento.

Come funziona il sistema?
Con Bankpass Web è possibile pagare presso:

  • siti che aderiscono al servizio
  • siti che non aderiscono al servizio (quindi anche i siti esteri)

Esemplicazioni:

Il cliente entra in un sito internet per acquistare un libro:

  • dopo aver scelto il titolo, cliccando sul bottone "paga con Bankpass Web", il sistema non richiede di digitare il numero di carta di credito e la scadenza ma presenta una videata per l'inserimento di un codice e di una password.
  • Per avere il codice e la password è necessario recarsi presso la propria banca (se aderente al servizio).
  • La banca identifica il cliente come effettivo titolare di quella carta di credito e collega al numero di carta di credito un codice (USER e password) che consegna al cliente in busta chiusa.
  • Digitando quel codice, il sistema (internet) riconosce l'identità del cliente come titolare di quella carta di credito ed effettua il corrispondente addebito.

Presso i siti che non aderiscono al servizio, la procedura è molto simile: il cliente che vuole pagare on-line si collega al sito BankPass, digita il codice utente bankpass e la password, ed il sistema BankPass genera un codice provvisorio (PAN virtuale) che deve essere inserito sul sito e che può essere usato una sola volta.

Gli operatori internazionali: Visa e Mastercard

Gli operatori internazionali (soprattutto Visa e Mastercard) hanno cercato di risolto il problema delle "frodi on-line" inizialmente sia con dei controlli accurati sui siti ove avvenivano la maggior parte delle frodi sia con la sensibilizzazione delle Banche aderenti al loro circuito per l'analisi preventiva dei clienti cui offrivano il servizio.
Questo ha sicuramente limitato le frodi ma non le ha fermate.

Nella seconda metà di quest'anno hanno iniziato a pubblicizzare un sistema (Verified by Visa e Mastercard Securecode)

Nelle pagine web ove compare il simbolo il cliente che vuole acquistare un bene deve registrarsi sul sito di Visa o Mastercard, inserire una password che viene collegata dalla compagnia emittente la carta (Visa o Mastercard) alla carta emessa a suo nome. Da quel momento potrà acquistare in modalità sicura ( senza digitare cioè il numero di carta di credito) presso gli shop on line convenzionati con "Verified by Via" o Mastercard SecureCode".

Sicurezza

Questi sistema risolvono il problema della sicurezza?

Alcuni esperti di internet sostengono che quello della sicurezza è un falso problema. Infatti spesso la persona, che non si fida a digitare su internet il numero della carta di credito, è proprio quella che in un ristorante consegna la sua carta ad un cameriere che scompare per 20 minuti prima di riconsegnargliela.

Sicuramente la diffusione di questi sistema rende più difficili le frodi, ma la sicurezza al 100% si avrà solo quando tutti i siti nel mondo utilizzeranno sistemi sicuri come quelli in fase di avvio per i siti italiani.

In mancanza di tale generalizzazione si raccomandano alcuni accorgimenti da adottare.

Accorgimenti di sicurezza per gli "shop on line"

  • Non spedire la merce ad alberghi o fermi posta e via posta (mancherebbe la conferma di avvenuta consegna al destinatario che serve in caso di contestazioni)
  • Leggere attentamente le condizioni di utilizzo e la normativa vigente relativa al contratto sottoscritto con la Banca Se ci sono dubbi circa la logicità dell'acquisto (es. una persona di un determinato paese che acquisti articoli che in quel paese non servono). Si consiglia di inviare un'e-mail di conferma prima di spedire la merce per verificare le reali esigenze del cliente; se la persona non risponde all' e-mail l'acquisto potrebbe nascondere una frode
  • Prima di consegnare la merceverificate sul sito di amministrazione del fornitore di servizi (ISP) la congruità dell'e-mail e dell'identità con cui l'acquirente si presenta (es. acquisto fatto da Pippo con e-mail paperino@tin.it)
  • Se sul sito di amministrazione (quello ove la vostra Banca vi permette di controllare e autorizzare i pagamenti ricevuti) verificate un numero troppo elevato di transazioni rispetto al vostro normale giro di affari, potete chiedere al vostro ISP (Internet service provider) di monitorare la provenienza di quelle transazioni. Se si verifica che la stessa persona si presenta con carte di credito diverse (più di due) è logico dubitare della bontà delle transazioni
  • Ponete particolare attenzione alle richieste di acquisto provenienti da paesi conosciuti come "Paesi a rischio", paesi in cui sono in corso guerre o molto poveri o in crisi economica…

Per gli acquirenti su internet:

  1. E' buona norma verificare sempre che il sito in questione sia dotato di sistemi di sicurezza adeguati (è consigliabile il dispositivo SSL o il nuovo SET) o di certificazione Verisign (la maggiore Certification Authority del mondo Internet). Controllare che sul sito in basso a destra ci sia un simbolo di un lucchetto che indica che si trova su una pagina protetta (vedi sezione Sicurezza in internet)
  2. Durante le fasi di acquisto è prudente stampare:
    · la home page del sito con tutti i riferimenti (email, telefono ecc.)
    · le videate del sito che testimoniano i dati che avete inserito (es. numero pezzi ordinati, colore, taglia..) e conservare eventuali e-mail di conferma da parte del gestore del sito stesso.
  3. Se si possiedono due carte di credito, utilizzare sempre la stessa carta per i pagamenti internet
  4. Controllare con frequenza gli estratti conti. Ricordiamo infatti che, se si trova un addebito fatto presso un sito dal quale non sono mai stati effettuati acquisti, per ottenere il riaccredito della somma, é sufficiente una semplice dichiarazione alla Banca, attenzione però perché i tempi di prescrizione delle richieste di rimborso sono 60 giorni e quindi la puntualità del controllo dell'estratto conto é fondamentale per evitare frodi. Se si vuole ricevere settimanalmente l'estratto conto della carta di credito è sufficiente richiederlo al sito Cartasi o BankAmericard
  5. Se si usa la carta non per comprare un bene ma per ricevere un servizio (es. abbonamento), controllare bene le clausole inerenti alla periodicitá dell'addebito, al rinnovo del contratto e alla risoluzione dello stesso.

CONCLUSIONE

Dopo una notevole battuta d'arresto nel 2002 e 2003, l'aumento delle vendite in internet sta dando segnali positivi.
Gli operatori telefonici, le Banche ed altri operatori si stanno attivando per fornire ai clienti sistemi di pagamento sicuri e soprattutto stanno cercando di diversificare l'offerta nei sistemi di pagamento.

Le Banche stanno spingendo all'uso della carta di credito e della carta bancomat che dal 1. Novembre 2004 è diventata grazie a Bankpassweb un nuovo strumento per i pagamenti sicuri in internet; gli operatori telefonici stanno spingendo soluzioni alternative quali la carta prepagata e i pagamenti a mezzo cellulare; anche l'ABI sta lavorando ad un progetto simile (E-comitee) per il trasferimento fondi tra privati tramite cellulare (Bankpass Mobile) che coprirà le necessità di micropagamenti quali i parcheggi, i taxi e che saranno oggetto del nostro prossimo articolo.

(FINE)

Ma i pagamenti in internet sono sicuri? (Prima parte)
Autore: Claudia.Lanteri | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 11 Aprile 2005 

Molte persone pensano che il mondo dell’e-commerce non decolli in Italia come in America per la mancanza di fiducia degli italiani negli strumenti di pagamento quali la carta di credito.

Sarà importante quindi analizzare:

  1. come si sta muovendo il mercato
  2. quali i veri motivi per i quali si è riscontrato un rallentamento dell’e-commerce che nel 2001 sembrava poter regalare alle aziende facili e veloci guadagni
  3. in quale direzione si stanno orientando i sistemi di pagamento.

E-commerce: alcuni dati
2004: tra i siti di e-commerce torna l’ottimismo” questi sono i titoli riportati dai giornali.
Si tratta di uno stato d'animo giustificato dall'aumento delle vendite che, timidamente, stanno dando segnali positivi.

Un'indagine realizzata da ClubPMI in Aprile 2004 relativa a 300 e-shop conferma questi dati e ne ricerca le motivazioni: c’è stata una evoluzione nelle tipologie di acquisto da parte del consumatore , ma soprattutto nasce una nuova figura professionale, il commerciante on-line, molto più attento alle strategie di web marketing, ai mezzi di fidelizzazione e alle esigenze del cliente.

Cosa è successo all’e-commerce?

  • Anche se dall’indagine risulta che non sono nati “nuovi Jeff Bezos” (Amazon.com), fa capolino tra gli operatori un deciso ottimismo (76%)
  • Non a caso sono risalite (26%) le nuove aperture di siti di e-commerce drasticamente ridotte negli anni bui 2001/2002

All'aumento hanno sicuramente contribuito l’espansione massiccia di internet e l’ingresso di nuovi potenziali clienti . "Prima o poi dovranno comprare!" affermano un po' tutti gli operatori.

Si deve senza dubbio dar loro ragione, considerando che un altro dato emerso dall'indagine è quello della fiducia. Sembra che il tempo abbia giocato a favore delle transazioni on-line e la parte del leone è fatta proprio dalla carta di credito: il cliente non ha più paura e definisce ormai questo mezzo di pagamento molto sicuro (54%).

Anche secondo un recente rapporto pubblicato da Visa, compagnia specializzata in carte di credito e pagamenti elettronici, l'Europa si conferma sempre più incline a spendere online dimostrando una crescente fiducia nei siti e-commerce. "Le cifre più alte dopo il periodo natalizio che si siano viste da parecchi anni" ha commentato soddisfatto Bernard Ovink, vice presidente di Visa Europa. Il merito si può dire sia di tutti: dei consumatori più fiduciosi e dei commercianti che stanno divenendo sempre più abili anche sull'on-line.

I dati rispettano le aspettative; in particolare:

  • nel Regno Unito le vendite totali nel primo trimestre 2004 sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2003, un aumento del 123%
  • durante questo periodo, i possessori di Visa hanno speso 2,4 miliardi di sterline su Internet

Per quanto riguarda i settori più attivi nell’e-commerce mondiale possiamo evidenziare:

  • il commercio al dettaglio sbaraglia decisamente la concorrenza, particolarmente significativi i settori alimentari (cibi e bevande) che hanno visto triplicare le vendite
  • resta inoltre indiscussa la popolarità online di libri e musica, le cui vendite hanno registrato un aumento del 116%
  • viaggi e turismo sono rimasti ad un alto livello, con un spesa annuale crescita del 159%

Per quanto riguarda l'Italia:

  • è stato registrato ad un aumento del 144% negli acquisti con carta di credito online rispetto al 2003
  • le vendite Visa ammontato a 238 milioni di Euro per il primo trimestre 2004
  • viaggi e turismo sono saliti del 339%
  • le vendite al dettaglio su alimenti e bevande del 242%
  • libri e musica del 94%

In generale in Europa si sono registrati tassi di crescita importanti:

  • Spagna166%
  • Italia144%
  • Francia 140%
  • Regno Unito 123%

Pagamenti in internet: la sicurezza

Gli esperti del settore si sono posti una precisa domanda: "Ma è veramente la mancanza di sicurezza il “freno” alla diffusione dell’e-commerce italiano?"

Le statistiche sono contrastanti su questo punto, ma sicuramente gli operatori economici stanno cercando da anni sistemi alternativi alla carta di credito per i pagamenti (soprattutto per i micropagamenti), da effettuarsi nelle vendite on-line.

Gli operatori si possono dividere in tre categorie:

  • operatori telefonici (Omnitel, Wind, Telecom)
  • Banche (e ABI- Associazioni Bancaria italiana)
  • Altri operatori

Come si muovono gli operatori telefonici

Già dal 2002 gli operatori telefonici hanno cercato di proporre delle alternative al pagamento con alle carte di credito.

Omnitel ha lanciato due servizi:

  1. il servizio M-Pay Onphone che permette di fare acquisti nello shop di Vodafone www.190.it e con altri negozi di commercio elettronico convenzionati (il cui elenco non è presente in internet)
  2. il servizio Vodafone Cash Card: una carta prepagata che si può usare in totale sicurezza in Italia e all'estero, sul circuito VISA, come una vera e propria carta di credito.

1. Per attivare il servizio M-Pay Onphone è necessario aver inserito un numero di cellulare Vodafone in fase di registrazione nel sito www.190.it. Una volta in possesso di Username e Password, è sufficiente integrare i dati, solo però la prima volta, con i dati della carta di credito e l’indirizzo di spedizione.

Dopo aver attivato detto servizio, per effettuare un acquisto non è più necessario inserire ogni volta gli estremi della carta di credito, ma è sufficiente:

  • selezionare M-Pay Onphone come metodo di pagamento;
  • inserire Username e Password e successivamente
  • digitare il PIN ricevuto via SMS sul cellulare (per acquisti da web) oppure il PIN scelto in fase di attivazione al servizio (per acquisti da WAP);
  • infine confermare l'ordine.

Il buon esito della transazione verrà comunicato attraverso un SMS di notifica direttamente sul cellulare.

2. Per attivare Cash Card non è necessario avere un conto corrente bancario nè essere maggiorenni. Detto sistema permette di acquistare biglietti: per il cinema, per concerti o spettacoli teatrali direttamente dal cellulare.

Tra i servizi che Vodafone offre ci sono anche:

  • aggiornamento via SMS dei movimenti effettuati
  • ricarica presso tutti gli sportelli automatici nazionali ed internazionali abilitati al Circuito VISA.

WIND ha creato Mobilmat.

Mobilmat SpA, frutto di una joint venture tra Banca Sella Spa e Wind TLC Spa, ha unito l’esperienza nel mondo dei cellulari con quello della sicurezza per i pagamenti al fine di creare un sistema che funzionasse per ricariche telefoniche, pagamenti in internet e micropagamenti (taxi, macchinette caffè, ecc.…). Ad oggi ha convenzionato circa 200.000 negozi tradizionali e 3.000 negozi su Internet.

Il sistema Mobilmat permette di fare pagamenti:

  • in internet con carta di credito (in maniera sicura autorizzando la transazione con il cellulare)
  • in internet con moneta Mobilmat (carta prepagata)
  • e di effettuare trasferimenti di denaro verso ogni possessore di cellulare GSM (conto mobilmat)

(Continua)

Pagare...ma come?
Autore: Sebastiano.Pagani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 31 Marzo 2005 

Prendo spunto da una notizia di qualche settimana fa, riguardante la brevettazione di un sistema di moneta virtuale che, in sostanza, interfaccia il telefonino con la carta di credito permettendo, tra l'altro, l'erogazione di micro-pagamenti.
La "novità" presentata in quest'articolo viene presentata facendo leva su due fronti:
Il primo è l'abolizione del tradizionale POS, a tutto vantaggio dell'esercente, anche se in realtà nell'articolo stesso si dice che è necessario dotarsi di un POS Bluetooth o con porta infrarossi, al fine di interfacciarsi con il telefono cellulare dell'acquirente.
Il secondo è la possibilità di effettuare micro-pagamenti, con particolare riferimento all'acquisto di "beni immateriali", quali il download di musica digitale sul proprio telefonino. E' obiettabile che per l'acquisto di contenuti digitali sia già oggi utilizzabile il credito telefonico, soluzione che anzi mi sembra l'ideale per l'acquisto di beni dal valore unitario basso (< € 2,oo).

Insomma, c'è qualcosa che mi sfugge, oppure l'inserimento del cellulare (per quanto diffuso in Italia) nel processo di pagamento, fatti salvi i casi di acquisto di beni fruibili sul cellulare stesso (loghi, suonerie, ma anche contenuti digitali quali musica, videogiochi e applicazioni), è una soluzione senza problema. Non è utile ne pratico, detto in altri termini, l'impiego del cellulare per effettuare pagamenti in un negozio o altrove, se per questo è ancora necessario l'utilizzo di un POS, l'intermediazione di personale, e l'acquisto di terminali dotati di particolari caratteristiche (Bluetooth od infrarossi).
Molto meglio è, l'utilizzo del cellulare per il pagamento di servizi (penso ai parcheggi, ai biglietti di treno e metropolitana) in modo da saltare il passaggio a sportelli per il pagamento. Si può già fare oggi via SMS, e poi grandi produttori di "hardware", come Nokia, si stanno muovendo in questa direzione.
Altra necessità, a mio parere, è l'introduzione di metodi di pagamento in tutti i terminali che potenzialmente potrebbero permettere di fare acquisti.
Nella mia visione, quindi sarebbero molto meglio carte di credito (o carte ricaricabili) leggibili come smart-card da pc, televisione (box interattivo DTT), telefono cellulare, pos tradizionale e qualsiasi altro terminale per fare acquisti (per intenderci anche le "macchinette" automatiche per fare i biglietti del treno o i distributori di bibite presenti nei luoghi pubblici).

Kijiji... e la cremeria?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 9 Marzo 2005 

Al di là del titolo del post al quale, pur non essendo del tutto farina del mio sacco non ho saputo rinunciare, la notizia è di quelle importanti: eBay ha lanciato la versione beta (molto beta) di Kijiji, un nuovo sito dedicato esclusivamente ai classifieds.

L'intento più o meno dichiarato è di entrare nel mercato internazionale rivoluzionato da Craigslist, ormai celeberrimo e recentemente disponibile anche per l'Italia, anche se limitatamente a Roma. E

Le potenzialità ci sono, il mercato è ricettivo e gli investimenti non mancheranno (eBay ha stanziato 300 $ di dollari di investimenti quest'anno, credo si possa tranquillamente attingere da lì...). Kijiji è progettato per essere presente massicciamente anche in Italia. Il lancio sembra imminente!

Certo a livello di branding non è proprio il massimo: Kijiji significa "villaggio" in lingua swahili, con evidenti riferimenti al villaggio globale (concetto non nuovissimo...). Ma ciò che mi lascia perplesso sono la capacità degli utenti di ricordare il nome, i dubbi su come pronunciarlo e le difficoltà a scriverlo: immagino che si stiano dando da fare per registrare tutti i domini "a tiro di typo"!

AMAZON a buffet
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 11 Febbraio 2005 


amazon_prime.gif

Interessantissima iniziativa di Amazon, che lancia Amazon Prime: si tratta di una sorta di (per usare le stesse parole del colosso amricano dell'e-commerce) all-you-can-eat sulle spese di spedizione.

In pratica con una tariffa flat annuale (79 $ per il momento) si acquisisce il diritto ad avere tutte le spedizioni standard gratis e un forte sconto su quelle overnight.
L'obiettivo è evidentemente quello di fidelizzare la clientela e di rendere Amazon l'unico interlocutore per quanto riguarda l'acquisto di libri cd e quant'altro: "ho la consegna gratis, compro lì".
I vantaggi immediati sono ovviamente quello di incassare subito i soldi e quello di propiziare l'upselling. Il pericolo è quello doi abbassare l'ordine medio e moltiplicare le spedizioni, anche se Amazon cerca di ovviare a questo possibile problema incitando i clienti a fare ordini cumulativi con amici e parenti: una spedizione unica, nello stesso posto -> marginalità alle stelle!

Amazon è resta un modello anche per la capacità di rinnovarsi e inventare servizi originali!

Questo è il futuro?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 19 Gennaio 2005 

fff_logo.gifA Bologna proprio in questi giorni sta avendo luogo il Future Film Festival, "il primo e più importante evento italiano dedicato alle produzioni di immagini realizzate con le nuove tecnologie informatiche", per usare le parole stesse del sito.
Il programma è interessante, ricco di film di animazione ma anche di pellicole "normali" con straordinari effetti speciali.

Già il sito potrebbe essere un po' meglio: viste le tematiche trattate mi sarei aspettato qualcosa di innovativo, o almeno di visivamente interessante. Invece è abbastanza piatto e sinceramente anche l'usabilità lascia alquanto a desiderare... Ma non è questo il punto!

In parte per interesse personale in parte per costrizioni femminili decido di acquistare i biglietti e vedere qualche proiezione. Il sito offre, un po' nascosta, una sezione "Compra on-line", che dà la possibilità di acquistare i biglietti singoli e anche un pass da 5 ingressi. "Ottimo", dico ingenuamente a me stesso.
Ma ho subito una sorpresa tutt'altro che positiva: i biglietti on-line costano di più di queli presi direttamente ai punti vendita!
Ebbene sì, il carnet da 5 costa 3,40 € in più, mentre i biglietti singoli qualcosa come 40 o 50 centesimi (su 7 €)!

Mi dico: forse la cosa, comunque insensata, è duvuta al costo della spedizione. E invece no, i biglietti devi andare a prenderteli da solo, tra l'altro portando con te la carta di credito che hai utilizzato per l'acquisto (vogliono anche un calco dei denti?)...
E' questo il futuro? Che senso ha mettere a disposizione un servizio di e-commerce del genere? Perchè allora non limitare il sito ad una brochure informativa? Penso che offrire un servizio fatto male e sconveniente sia molto peggio che non offrirlo affatto. Forse il Future Film Festival dovrebbe guardare un po' di più al presente e staccarsi dal passato!
Almeno per quel che riguarda il web...

Napster, ITunes & co.: tra competizioni sul prezzo e minacce future.
Autore: Sebastiano.Pagani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 13 Gennaio 2005 

Napster UK ha deciso, per competere con l'omologo servizio di ITunes, di abbattere il prezzo medio per canzone scaricata da £1 a £0.79. Il prezzo, sempre su Napster UK, relativo al download di album interi ammonta in media a £7.95.

La mia modesta opinione è che finchè l'offerta dei siti di e-commerce di musica digitale non verrà efficacemente segmentata, con l'introduzione di sistemi "intelligenti" per influenzare l'acquisto, analoghi a quelli visibili su Amazon, e con lo studio di innovazioni per rendere più appetibili i micropagamenti, il p2p continuerà a costituire il principale concorrente...ben lungi dal diventare una pratica di nicchia, diciamo "da smanettoni". Competere sul prezzo non è certo una soluzione logica.

Apple di sicuro ha un forte vantaggio in Ipod, con il quale dopo aver "incassato" interessanti fasce dei cosiddetti trend setters, si sta muovendo per ampliare il mercato disponibile introducendo nuovi modelli (ad esempio "Ipod shuffle" a $99). Nonostante ciò ne Apple, ne Napster, possono dormire sonni tranquilli: il player MP3 come lo conosciamo oggi, che sia Ipod o qualche altro modello, non è detto che sia il terminale definitivo per la memorizzazione e l'ascolto di musica digitale.
Una minaccia potenziale arriva dall'integrazione, in corso d'opera, tra player MP3 e telefono cellulare: con questo nuovo terminale sarà possibile acquistare canzoni in formato digitale scaricandole tramite rete 3G o Wi-Fi, ed utilizzando come mezzo di pagamento il credito telefonico.
Questa evoluzione ha il pregio di ampliare il mercato servibile con la vendita di musica digitale, grazie all'ulteriore semplificazione del processo d'acquisto: in particolare si abolisce un passaggio, quello che prevede il download sul PC ed il trasferimento delle canzoni sul player MP3 (rendendo possibile l'acquisto in ogni luogo), e il problema dei micropagamenti viene semplicemente eliminato grazie all'utilizzo del credito telefonico.

Da notare che questa evoluzione di scenario potrebbe coinvolgere gli operatori mobili (Vodafone, TIM, ecc...) non solo come intermediari di "scambi di moneta" tra acquirenti e venditori, ma come fornitori diretti di servizi di vendita di musica digitale...magari in collaborazione con Itunes, Napster, o chi altro sarà abbastanza lungimirante da proporsi a loro in questo ruolo.

Apple in particolare sembra aver compreso questa possibile evoluzione del mercato: pare infatti che stia lavorando con Motorola per inserire una versione light del software ITunes all'interno di futuri modelli del produttore (il quale tra l'altro deve riguadagnare la seconda posizione che Samsung gli ha soffiato nella classifica dei produttori mondiali...e magari anche ritornare leader di mercato).

Le possibili scelte strategiche potrebbero quindi riguardare:
- come sta facendo Apple, l'ingresso (seppure per "interposto partner") nel mercato dei produttori di telefonia cellulare, fornendo ad un produttore la piattaforma software per l'organizzazione, l'acquisto ed il download di musica digitale;
- la fornitura, in esclusiva ad un importante operatore di di telefonia mobile (penso a Vodafone, il più presente a livello globale tra quelli che conosco), di una piattaforma di vendita dedicata per i suoi clienti.

Insomma...come al solito, chi vivrà vedrà!

Natale: momento cruciale per l'e-commerce
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 30 Novembre 2004 

santamail.jpgSecondo un'indagine di AC Nielsen condotta per conto di eBay, l'84% degli statunitensi acquisterà almeno un regalo di Natale online.
Storicamente il periodo natalizio è sempre stato un momento cruciale per l'e-commerce, preceduto da titoloni ottimistici e seguito da requiem senza appello (sdi solito un classico "te l'avevo detto" da parte di chi invece aveva detto il contrario, ma lasciamo stare le polemiche...).
La prova del fuoco, dal quale l'e-commerce uscì bruciato e marchiato a vita, fu il famoso Natale del 2000, quando migliaia di pacchi regalo non furono recapitati in tempo a causa di stime errati e carenze logistiche.

Cos'è cambiato da allora? Di sicuro le aspettative sono diverse, i toni sono meno entusiastici e le stime più credibili.
Questo 84% però mi pare sinceramente fuori dal mondo. E' vero che l'e-commerce ha raggiunto una massa critica, soprattutto negli USA, ed ha assunto una propria identità più definita, che non è quella rivoluzionaria pre-bolla, ma i contadini dello Iowa che ordinano un lettore Mp3 su Amazon proprio non ce li vedo...

La vostra ultima e-mail
Autore: Gianluca.Demarchi | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 22 Settembre 2004 

Non riesco proprio ad esimermi, compiendo i necessari gesti scaramantici, dal parlare del singolare progetto di e-commerce messo in piedi dalla Società ispanico-brasiliana Global Spectrum SL. Se non altro perchè il servizio è talmente particolare ed innovativo che potrebbe anche macinare utenza...

Raggiungendo infatti il Sito di Elultimoemail è possibile inviare messaggi e-mail postumi a chi vi ha voluto bene o comunque a chi desideriate comunicare le vostre ultime volontà.

I piani di iscrizione sono quattro: si parte da quello gratuito che vi permetterà di inviare un unico messaggio, fino ad arrivare al Master, con il quale potrete inviare un numero di messaggi postumi illimitati, allegare files e oggetti multimediali e avere uno spazio web, il tutto spendendo 18.99 €/anno oppure 199.99 €, garantendovi in questo caso il servizio fino al triste giorno della vostra dipartita.

Il tutto è strutturato assai bene, con pagine SSL ove necessario, un sito graficamente accettabile e alquanto leggero ed usabile, una presentazione marketing ben equilibrata considerando il delicato argomento.

Riporto qui la testimonianza di un utente così come presentata sulle pagine del Sito: "Our death is the most significant event that happens to us and this site is the only one I found that helps me make end-of-life decisions before that event..."

Ultimo tassello: come sarà informata la Global Spectrum che avrete raggiunto le verdi praterie? Dovrete incaricare una persona di fiducia che si occupera di spedire loro il certificato di morte.

Funzionerà? Spero di campare abbastanza per scoprirlo...

Nuovo sito per IKEA
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 2 Settembre 2004 

ikea_new.gifIKEA ha recentemente rinnovato il proprio sito web, del quale avevo già parlato non molto tempo fa.
Nessuna rivoluzione a livello grafico, ma un deciso cambio di rotta a livello comunicativo, con un'importanza molto maggiore data ai prodotti ed ai punti vendita. Lo stile è semplice e lineare, con maggiore accento ai colori del brand e una suddivisione schematica della pagina.

L'aspetto che a mio modo di vedere ha subito il miglioramento maggiore è quello delle schede prodotto: curate, ben fatte, con tutti i dettagli (per es. misura e peso dell'imballo), la possibilità di vedere l'oggetto in tutti i colori disponibili e soprattutto la possibilità di verificare la disponibilità del prodotto nel negozio desiderato.

Una frase presente nelle schede ha a mio avviso un significato importante: " Spiacenti, questo prodotto non è in vendita sul sito". La cosa lascerebbe intendere che in futuro, almeno per alcuni prodotti, sarà possibile l'acquisto online. L'ingresso del colosso svedese nel mercato e-commerce potrebbe essere di quelli col botto, oppure potrebbe generare un pericoloso conflitto di canale. Proprio per questo motivo secondo me stanno facendo le cose con cautela e stanno valutando se e come fare il grande passo.

Sempre nelle schede prodotto è stato messo in atto un meccansimo di cross-selling e di segnalazione dei tool disponibili in relazione alla tipologia di prodotto (es: planner cucine).
Sempre molto validi e ben fatti i diversi planner in flash (cucine, PAX armadio, ufficio, materasso), molto curati anche nella grafica.

Qualche appunto di usabilità: manca un link di ritorno alla home page, raggiungibile solo cliccando sul logo, e mi pare evidente che il tag TITLE non si stato interpretato correttamente...
Ottima invece la presenza dei breadcrumb trials, ovvero del percorso che ci informa della nostra posizione all'interno delle varie aree del sito.

Il rinnovo del sito e la frase presente nelle schede lasciano pensare che IKEA stia piano piano adottando una strategia web più consapevole, seppur con una giustificata cautela. Sicuramente l'ingresso di un player di questo livello non può che giovare all'ecommerce in generale. Bisognerà vedere quanto e come il web riuscirà ad essere profittevole per IKEA, o meglio come IKEA riuscirà a sfruttare la propria grandissima brand-awareness anche online.

Amazon.com ti fa bella
Autore: Giuseppe.Mayer | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 6 Agosto 2004 

Prima il lancio del Jewelry Store lo scorso inverno, poi l'apertura della nuova area Health & Beauty; insomma, quelli di Amazon si stanno mettendo d'impegno per coprire questo settore e, pare, anche con discreti risultati.

Lanciato solo a maggio di quest'anno, l'Health & Beauty Store raccoglie infatti già più di 40 venditori e più di 20.000 prodotti; interessante il commento del VicePresident di Amazon, Tom Beckwith, che sottolinea come l'entrata in questi nuovi mercati abbia comportato costi di sviluppo notevoli costringendo il sito ad aggiornamento della piattaforma.

Colori più definiti, descrizioni di prodotto più dettagliate e maggiore definizione nelle categorie sono solo alcuni degli update che si sono resi necessari per semplificare il processo decisionale d'acquisto in queste particolari aree mercelogiche.

Alla faccia di chi, come il sottoscritto, pensa che i prodotti della GD non abbiano un mercato online :)

iTunes in Europa: boom o flop?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 18 Giugno 2004 

itunes.jpgDue giorni fa, il 15 giugno, il servizio iTunes di Apple è stato ufficialmente lanciato anche in Europa (ma solo ad ottobre in Italia).
Come probabilmente sapete tramite questo "negozio musicale" online è possibile scaricare brani in formato digitale al prezzo di 0,99 € l'uno.
Quali saranno le reazioni del mercato del vecchio continente?

Le considerazioni da fare sono diverse e, sinceramente, ne vedo una sola a favore del caro vecchio Steve Jobs: l'affetto dei mac-users per i prodotti della mela.
iTunes infatti è sicuramente un prodotto ben fatto, economico e attraente, ma solo per chi ha un Mac o quantomeno un iPod.
Considerazione 1: sarà banale, ma perchè gli utenti Windows dovrebbero pagare per avere brani che trovano senza nessun problema tramite il P2P? Per paura delle nuove leggi? Permettetemi di dubitarne. O la normativa sui vari Kazaa, eMule, WinMX e soci diverrà più chiara e rigida o nessuno pagherà per ciò che ha già gratis. Si è già visto nel passaggio "from free to fee" per la maggior parte dei servizi web. Ovviemente gli utenti Mac, che hanno circuiti P2P molto poco forniti hanno visto in questo Music Store una possibilità in più che per gli altri utenti c'era già.
Considerazione 2: incredibile a dirsi ma il formato scelto per la musica da scaricare non è l'Mp3. Questo ovviamente ne limita non poco l'utilizzo. Certo, probabilmente in una logica di upselling potrà spingere qualcuno ad acquistare un iPod, ma quanti, considerando che è il lettore nettamente più caro sul mercato?
Considerazione 3: perchè scegliere il software Apple quando altre società (Sony, Od2, ecc.) hanno un prodotto simile? Gli utenti Mac lo faranno per passione e per abitudine (ed anche perchè non hanno alternative...), ma gli utenti Windows, che storicamente non amano la società di Cupertino?

Alla luce di questo non mi sento di inneggiare al boom della vendita di musica online in seguito all'apertura dell'iTunes Music Store, ma sinceramente anche quando aprì negli USA non avrei creduto ad un successo simile: 70 milioni di brani scaricati (ma sono poi così tanti?). Forse ho sottovalutato i mac-users, ma considerando che rappresentano solo il 5% del mercato, se il P2P dovesse sul serio essere condannato a morte vedo la concorrenza favorita.

Jobs dice che iTunes è meglio del P2P perchè "Lo scaricamento è migliore, la qualità audio è migliore, c'è l'anteprima di trenta secondi, le copertine originali e, soprattutto, non è un furto". Convincerà i milioni di utilizzatori di Kazaa?

Yoox: la moda online
Autore: Gianluca.Demarchi | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 1 Giugno 2004 

Voglio parlarvi di un caso di successo nel mondo dell’e-commerce. Già, proprio così, perché scegliendo prodotti di indubbia qualità ed operando ottime scelte nella presenza web, nel marketing e nel meccanismo di vendita e assistenza la magia è possibile.

Yoox si è imposto come leader mondiale nello shopping di capi di abbigliamento moda su Internet con un fatturato che nel 2000 ammontava a 1 milione di euro ed è cresciuto fino a 22 milioni di euro nel 2003. La previsione per il 2004 è di 36 milioni di euro. Un trend di crescita di tutto rispetto.

La carta vincente di Yoox sono innanzi tutto sicuramente i suoi prodotti, capi di abbigliamento delle maggiori griffe mondiali da Armani a Ferrè a Dolce & Gabbana solo per fare alcuni nomi, i quali sono marchi fortissimi e vincenti. Ma non è affatto da trascurare la capacità che ha avuto il team di Yoox di sfruttare le potenzialità del web e permettere in primo luogo agli attori del mercato di riferimento (Case di moda, negozi e produttori ecc.) di trasferire il prodotto su un nuovo mercato e permettere loro di saggiare le potenzialità di vendita sullo stesso, raggiungendo nuovi segmenti di consumatori e testando nuovi mercati internazionali. In secondo luogo di permettere ai consumer di acquistare capi di abbigliamento di altissima qualità a prezzi vantaggiosi.

In questo caso i Venture Capital possono dirsi soddisfatti: inizialmente ci hanno creduto KIWI e Net Partners. Nell’autunno del 2003 Benchmark Capital è entrata tra gli azionisti, siglando l’unico investimento mai effettuato in una società di e-commerce italiana da un primario fondo di venture capital americano.

Parliamo del Sito web: leggero, graficamente essenziale e comprensibile, con tutte le informazioni a portata di mano e notevole girandola di promozioni. E’ possibile visualizzare i capi filtrandoli per marchio, genere, taglia ecc. La prima visualizzazione è un thumbnail che si può poi ingrandire e girare per vedere fronte e retro di ciò che si sta acquistando. Carrello, transazione sicura e spedizione a casa tramite corriere. Arriva un pacco ben confezionato ed i capi sono muniti di tutte le garanzie del caso. Mail feedback al momento della generazione ordine, mail feedback al momento della spedizione dei prodotti con rintracciamento online del pacco.

Che cosa hanno scoperto di nuovo? Proprio nulla, semplicemente applicano come si deve il meccanismo di e-commerce.

Per saperne di più ho contattato Serena Mancini, Responsabile Ufficio Stampa Yoox, che ha gentilmente risposto ad una breve intervista.

Eccola:

IMLI: Gli analisti si sforzano di elaborare dati e andamento del mercato e-commerce italiano. Può accadere che questi dati, visto l'animo principalmente statistico e di analisi generale del mercato, possano perdere di vista le singole realtà. Quali sono dal Vostro punto di vista, "in trincea", le valutazioni sulla realtà del commercio elettronico nazionale? E quali evoluzioni prevedete per il prossimo futuro?
YOOX: Si è parlato di crisi e poi di ritorno nell’e-commerce, ma questo significa presupporre che ci sia stato un trend negativo: il che è vero fino a un certo punto.
Quello di cui le indagini statistiche non riescono a tener conto è che Internet e la tecnologia stanno cambiando il mondo: né la borsa, né i media possono fermare questa rivoluzione. E solo chi ci lavora dentro non ha mai avuto dubbi in proposito, a differenza di chi invece ha sempre e solo giudicato o dato giudizi affrettati.

IMLI: YOOX è presente anche nel mercato Europeo ed in quello USA...In cosa principalmente si differenziano le Vostre strategie di marketing nelle varie realtà?
YOOX: YOOX è presente nel mercato europeo, negli Stati Uniti e dalla seconda metà del 2004 lanceremo le attività anche in Giappone. Una presenza che ormai raggiunge tre continenti.
Nonostante questo, non ci piace parlare di strategie di marketing: YOOX più che ‘studiare’ i consumatori, cerca di costruire un dialogo, una relazione con i suoi clienti.
Questo è il motivo per cui esistono cinque versioni del sito [inglese, italiano, francese, spagnolo, tedesco] che non sono la semplice traduzione dei contenuti del sito italiano, ma vere e proprie localizzazioni: oltre al contenuto in lingua, infatti, esistono iniziative legate alle singole realtà. [per esempio la festa del papà che da noi è festeggiata il 19 marzo, in Germania la festeggiano a maggio]. Di conseguenza anche le comunicazioni periodiche tramite newsletter spesso sono differenziate.
Allo stesso modo, i prezzi variano da nazione a nazione, perché si adeguano alla prezzo al dettaglio praticato dal brand nei diversi mercati.

IMLI: Quali iniziative ha messo in atto YOOX per quanto riguarda l'Internet Marketing? Siete soddisfatti dei risultati ottenuti?
YOOX: Volendo essere schematici, le iniziative di Internet Marketing si sviluppano in tre direzioni.
Contiamo su un network consolidato di affiliati e di partner, accuratamente selezionati fra i migliori portali in Europa e negli USA. A questi, YOOX fornisce, fra le altre attività, i contenuti per le sezioni shopping. Il partner si preoccupa di fornire a YOOX le “vetrine” migliori, in cui esporre i propri prodotti, di dedicare editoriali e di inserire eventuali promozioni all’interno delle proprie newsletter.
I siti di fashion rimangono partner privilegiati perché oltre a offrirci la possibilità di diventare il loro canale shopping esclusivo, svolgono un ruolo importante nel costruire e rafforzare la brand equity sulla rete. La qualità dei prodotti offerti è considerata un vero e proprio plus valore per i siti fashion con cui lavoriamo perché vedono nella partnership con noi la possibilità di offrire un servizio ad alto valore aggiunto ai propri utenti.
I motori di ricerca poi, rappresentano un punto chiave della nostra strategia di comunicazione sul web insieme a un’ormai avviata e solida rete di affiliati.

IMLI: Nei vostri piani di marketing sono previsti per il futuro aumenti degli investimenti pubblicitari online?
YOOX: Ovviamente sì, nel senso che un aumento degli investimenti in pubblicità online è in qualche modo connaturato con la crescita.

IMLI: Nel Vostro sito proponete un programma di affiliazione. Come procede l'iniziativa?
YOOX: In realtà non abbiamo un solo programma di affiliazione. Finora infatti abbiamo, due programmi attivi in Italia [Tradedoubler + Zanox], 2 in Germania [Tradedoubler + Affinilinet], uno in Francia [Tradedoubler], uno in UK [Tradedobler]. Siamo soddisfati dei risultati e questo è il motivo per cui cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei nostri affiliati, rendendo disponibili più programmi: abbiamo anche una sezione informativa sul sito interamente dedicata alle affiliazioni.

IMLI: Mensilmente il 70% degli ordini effettuato su YOOX proviene da utenti che hanno già fatto acquisti in precedenza. Come ritenete di aver ottenuto questa altissima fidelity dai Vostri clienti?
YOOX: Come dicevo prima, l’obiettivo principale di YOOX è quello di costruire una relazione con i clienti e di garantire la migliore esperienza di shopping online.
La maggior parte delle innovazioni tecnologiche e grafiche introdotte sul sito sono progettate proprio con questa finalità, pur non essendo costruite sulla base di astratti piani di marketing che riducono i consumatori a un numero aggregato.
Per YOOX invece i clienti sono persone: il nostro customer care, raggiungibile attraverso email o telefono [numero verde], non solo segue il cliente in qualsiasi momento durante l’acquisto, ma inoltra il feedback registrato all’interno di YOOX per consentire costanti miglioramenti nel servizio al cliente al finale. L’alta retention dimostra che chi acquista su YOOX una volta, torna a comprare, e dimostra che la qualità del servizio al cliente è un investimento che si ripaga da solo.

Restyling... nella Media!
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 26 Maggio 2004 

logo_media.gifMediaWorld ha parzialmente rinnovato il sito ma, a mio avviso, ha perso un'occasone per distinguersi tra i siti di e-commerce, restando da molti punti di vista nella media, se mi si concede il gioco di parole.

Innanzitutto ha mantenuto l'animazione in flash iniziale, pur rinnovandola, per separare le due "anime" del sito, quella istituzionale e quella commerciale. Ma già concettualmente l'utilizzo di un'animazione in flash per un sito di e-commerce, che per sua natura dovrebbe essere fruibile nel modo più semplice e immediato da parte del maggior numero di utenti possibile, risulta da un lato obsoleto e dall'altro poco funzionale.

La stessa divisione tra la parte informativa e quella dello shopping non è ben comprensibile, trattandosi comunque di un operatore che anche off-line ha un business identico a quello on-line; sarebbe sufficiente mantenere qualche link in toolbar o nel footer per permettere agli utenti desiderosi di approfondire la conoscenza di accedere alle pagine istituzionali.
Altro tool desueto è l'utilizzo dei frame, che invece caratterizzano la colonna sinistra del sito di e-commerce, quella in cui è possibile scorrere le categorie degli oggetti in vendita. Oltre che antiestetico il frame non è il massimo nemmeno per l'usabilità, avendo uno scroll diverso da quello del corpo della pagina.
Infine, altra contravvenzione alle regole dell'usabilità care a Nielsen ed a molti utenti, vengono privilegiate le immagini rispetto all'HTML, ovvero per la presentazione dei prodotti e delle offerte vengono utilizzate immagini, anche molto pesanti (quella in hp attualmente pesa 25kb...), anche per le descrizioni dei prodotti e per i prezzi. Questo appesantisce la navigazione ed il download, mentre sarebbe molto più snello se i testi fossero scritti e formattati e non inclusi nelle figure dei prodotti.

In definitiva sembrerebbe che lo strapotere conquistato off-line sia ritenuto un driver sufficiente per portare i potenziali clienti sul sito e che la politica dei prezzi e delle offerte non abbia bisogno di ulteriori spinte per convincere gli utenti del sito ad acquistare.
Effettivamente il sito di e-commerce di Mediaworld è semplicemente uno dei canali di vendita del gruppo, assieme ai negozi e al telefono, e di sicuro non il più curato. La visibilità che il sito ottiene dalla pubblicità televisiva e cartacea, dai volantini e dalla rete vendita è sicuramente elevatissima, di conseguenza il successo del sito è probabilmente assicurato, ma sono convinto che per conquistare lo zoccolo duro degli acquirenti online gioverebbe moltissimo migliorare l'usabilità del sito web.

Detto questo probabilmente Mediaworld è leader nel proprio settore anche online, quindi hanno ragione loro e i miei sono solo sofismi da pseudo-smanettone, ma certamente quando penso di acquistare online qualche oggetto hi-tech Mediaworld.it non è tra i primi 3 siti che mi viene in mente di visitare.

A9, il motore di ricerca di Amazon
Autore: Gianluca.Demarchi | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 15 Aprile 2004 

Il Motore di Ricerca di Amazon è operativo da ieri nella sua versione Beta: A9, questo il suo nome, è la sfida che Amazon lancia ai leaders del settore. Per lungo tempo sul Sito della gigantesca libreria online sono stati a disposizione gli strumenti di ricerca di Google, allora partner, adesso diretto concorrente. Amazon annunciò versò la fine dello scorso anno la possibilità di ricercare sul suo Sito informazioni anche all’interno del contenuto dei libri in vendita. Adesso la tecnologia viene traghettata sul Sito di A9, che vive di vita propria e che promette di diventare uno dei più potenti strumenti di ricerca a disposizione dei navigatori.

L’interfaccia è semplice ed intuitiva: molto “googleiana”, riporta gli strumenti essenziali per la ricerca.

La novità sta nelle barre laterali, ridimensionabili e a scomparsa.

La prima barra “Book Results” presenta al navigatore un elenco di libri contenenti le parole utilizzate per la ricerca in corso.

La seconda barra “Search History” (utilizzabile previa registrazione) permette di ottenere una cronologia delle proprie ricerche e dei siti visitati in relazione alle stesse.

E possibile inoltre scaricare una toolbar che si installa in parallelo con il proprio browser e che racchiude tutti i comandi principali del motore.

Per ora l'unica lingua proposta è l'inglese.

In conclusione un'operazione che ci presenta un nuovo, importante protagonista della ricerca in Rete.

E-commerce su misura. Ma nessuno lo sa...
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Giovedì, 8 Aprile 2004 

nike_id.gifLa Nike, oltre a fare degli spot televisivi straordinari, mette a disposizione degli utenti un servizio a mio parere molto interessante: Nike ID.
Il servizio consiste nella vendita di alcuni prodotti (per l'Europa solo 19, ma per gli USA molti di più) "personalizzabili": l'utente può scegliere il colore di ogni singola parte della scarpa (o dell'accessorio) a suo piacimento e infine inserire la propria firma, il Nike ID appunto. Questo permette di avere prodotti originali e non disponibili in commercio, con un sovrapprezzo di 20 $.

Questo innovativo e, per quanto ne so, unico servizio non viene pubblicizzato in alcun modo al di fuori del sito ufficiale Nike, per lo meno in Europa. Nessun banner, nessuna presenza nelle aree shopping dei portali, nulla.
E' vero che sicuramente il sito garantisce una grandissima visibilità senza bisogno di promozione, ma ho la sensazione che Nike ID potrebbe avere un grandissimo successo in Europa e in Italia, dato il posizionamento del marchio Nike.
Probabilmente sarebbe il caso di miglorare il sito europeo, anche alla luce del recente restyling di quello americano. Il sito è tutto in flash e in pop-up (...) con features limitate e un'usabilità tutta da rivedere: data le potenzialità del prodotto basterebbe anche un sito molto semplice per renderene efficaci la comunicazione e l'utilizzo.

Effettivamente però la strategia sul web di Nike è molto centralizzata, con pochissime localizzazioni (a parte il Giappone) e con il focus rivolto quasi esclusivamente agli USA: anche il Nike Store vende solo negli Stati Uniti, chissà perchè!

Yahoo e Kelkoo
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 29 Marzo 2004 

Notizia di oggi che Yahoo ha acquistato per 475 milioni di Euro, Kelkoo, una piattaforma di comparazione di prezzi, molto attiva in Italia e presente pressochè in tutta Europa.

Già da diverso tempo mi chiedevo dove stesse andando l'area shopping di Yahoo: pochi prodotti, impaginazioni a volte approssimative, perdita di contatti e di interesse per i partner o acquirenti di spazi pubblicitari che dir si voglia. Ecco la risposta.

Mi sembra anche una mossa strategica che risponde all'imminente lancio della versione definitiva di Froogle (ancora nella sua versione beta) che porterebbe in Europa un sistema di comparazione di prezzi che potrebbe essere l'ennesima killer application di quei geniacci di Google.

Ottima idea, ma servizio Minimum...
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 24 Marzo 2004 

La Minimum Fax è una gran bella casa editrice, non fosse altro per la pubblicazione di tutte le opere Raymond Carver.
Anche il sito non è affatto male (a parte le immagini bordate...), sia come impostazione grafica sia come contenuti, con alcune cose davvero interessanti, come ad esempio la sezione "Assaggi", che permette di visualizzare in Pdf pagine estratte da un considerevole numero di titoli.

In occasione delle feste natalizie ha inaugurato il servizio minimum cards, ovvero delle carte prepagate, acquistabili online, con degli sconti anche molto cospicui (35% per il taglio da 200 euro).

Ok, l'idea non è straoriginale, ma considerando la scarsa vitalità delle case editrici online anche il solo fatto di avere una sezione e-commerce costituisce un merito. Purtroppo però, nonostante l'idea sia valida e comunicata in modo efficace, il servizio è degno del nome dell'azienda: minimum.
Nonostante la carta sia acquistabile online, non è però utilizzabile per acquistare libri e gadget direttamente dal sito! Non vale nemmeno per l'acquisto nei negozi, cosa però molto più comprensibile.
Infine non è cumulabile con gli altri sconti e promozioni.

E' possibile ordinare per telefono, via fax (...), via e-mail e presso la sede a Roma.
Ma sarebbe così difficile inserire un checkbox "usa la minimum card" nel carrello che annulli gli altri sconti? Forse stanno solo aspettando di vedere come va l'iniziativa prima di mettere mano ai codici, ma l'effetto sarebbe stato molto migliore se fossero partiti subito con il servizio "maximum".

Comunque probabilmente io comprerò lo stesso la card, per acquistare tutti i libri di David Foster Wallace, quindi in ogni caso hanno guadagnato un cliente nonostante tutto. Sarà anche una buona occasione per testare il loro servizio di acquisto via e-mail (sinceramente non ho mai acquistato nulla via e-mail prima d'ora), come funziona, quali dati chiedono, che tempi di consegna hanno e tutto il resto.
Vi terrò informati!

Alice nel paese della musica
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Lunedì, 22 Marzo 2004 

Leggo che anche qualcun altro è rimasto perplesso dopo aver letto l'intervista ad Andrea Casalini, CEO di Buongiorno Vitaminic. Certo Turani (il giornalista autore dell'intervista) non si è mai dimostrato tenero con le web company, se non con quelle che gravitano attorno al gruppo Espresso. Casalini presenta l'accordo con Telecom Italia per portare brani musicali a pagamento sul nuovo portale RossoAlice, in cui gli utenti trovano contenuti multimediali da scaricare a pagamento.

Sono d'accordo con quanto scritto da Mantellini circa l'utilità dell'accordo Telecom Italia - Buongiorno/Vitaminic. Non capisco il motivo per cui Telecom Italia debba allungare la catena distributiva, anzichè cercare di accorciarla. Mi pare sia ormai chiaro per tutti che per vendere su internet con prezzi competitivi si devono eliminare tutti gli intermediari inutili alla costruzione dell'offerta. Buongiorno Vitaminic avrà pure i migliori agganci nel mercato della musica, ma non credo che Telecom Italia avesse bisogno di un partner per stringere accordi con le major discografiche.

Mi sono anche sorpreso di una considerazione di Casalini, molto new economy, per giustificare la capacità del management di gestire il nuovo accordo:

Il vertice della sua società ha fatto una specie di festa a Parma e Del Rio (presidente di Buongiorno) e Dettori (inventore di Vitaminic) hanno fatto i dj tutta la sera servendosi solo di due piccolissimi I-pod, collegati all'impianto hi-fi del ristorante, sui quali avevano scaricato sa il cielo quanta musica.

Non sapevo che l'aver organizzato una festa MP3 cinque anni fa, mi desse una tale qualifica :-)

Non sono invece d'accordo circa la validità dell'operazione RossoAlice. La ritengo una iniziativa da tenere d'occhio, le premesse ci sono tutte: contenuti, traffico/visibilità, banda e sitema di pagamento.

Considerando che Telecom sta puntando ad esportare la propria offerta, il progetto potrebbe diventare un ottimo sistema di distruzione di contenuti. Gli accordi diretti con i fornitori di contenuti potranno essere utilizzati in tutti i mercati in cui l'offerta di Telecom Italia sarà presente. Senza scordare che i pagamenti dei clienti di Alice avvengono attraverso la bolletta del telefono, nessun bisogno di carte di credito o carte prepagate, un bel passo in avanti.

Piange il telefonino
Autore: Giuseppe.Mayer | Categoria: E-commerce | Data: Martedì, 9 Marzo 2004 

Vi segnalo un interessante articolo apparso su BrandChannel.com relativo al mercato del m-commerce in USA.

Pare infatti che dall'altra parte dell'oceano ci siano forti perplessità sulle reali potenzialità di questo mercato; la mancanza di una killer application ed i limiti imposti dagli stessi telefonini sembrano essere i motivi di questa "mancata" crescita.

Ma l'autore dell'articolo va anche oltre individuando nelle caretteristiche di sintesi del linguaggio giapponese scritto uno degli elementi più sottovalutati ed al tempo stesso più determinanti per il successo del m-commerce tra i nipponici ... ma non potevano dircelo prima? :)

La carta non ha ancora credito
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Venerdì, 5 Marzo 2004 

Rimango basito di fronte all'ennesimo intervento che cerca di denigrare l'utilizzo della carta di credito nelle transazioni online. Questa volta è un responsabile di Adiconsum. La risposta alle dichiarazioni di quest'ultimo, mi sembra non solo pertinente e corretta nel suo complesso, ma addirittura contenuta.

Mi è capitato di dover parlare ad una trasmissione di Radio24 insieme ad un responsabile di Visa. E il giornalista mi pose la classica domanda: "Ma le transazioni su Internet sono sicure?". Allora lavoravo per l'azienda che in Italia genera il più alto volume di transazioni online (in valore).

Quella volta non riuscii a trattenermi. Il servizio di pagamento online con carta di credito obbliga l'azienda ad assorbire i rischi di un sistema di pagamento non efficiente, tutelando giustamente il cliente. Non è la banca a rischiare, bensì è il merchant (l'azienda che riceve il pagamento) che sopporta il rischio della frode. Per il cliente è sufficiente una comunicazione alla banca per poter rientrare in possesso del proprio denaro. Per il merchant la questione non è propriamente in questi termini. In caso di frode chi rimane con il fiammifero acceso è proprio quest'ultimo: per una vendita persa, con merce che nella maggior parte dei casi si può considerare persa, il margine da recuperare sembra una montagna da scalare.

A meno che si introduca il sistema di pagamento 3D Secure di Visa, il merchant si accolla tutto il rischio della frode. La risposta che diedi al giornalista fu molto chiara: "Il cliente non rischia nulla, non ci sono rischi per le persone che utilizzano la carta di credito presso un merchant fidato e conosciuto. Chi rischia in verità è l'azienda che si accolla tutto l'onere di una potenziale frode". Ovviamente il "collega" di Visa non commentò.

In compenso il giornalista insoddisfatto rivolse la stessa domanda al responsabile di Visa, ricevendo una risposta tratta dal manuale del buon comunicatore: "Noi abbiamo delle statistiche che ci dicono che il rischio è pressoché inesistente". Chiaro, che rischi hanno loro? Nessuno.

Che novità!
Autore: M. Bancora | Categoria: E-commerce | Data: Mercoledì, 18 Febbraio 2004 

Le donne spendono più degli uomini :-)

Per la prima volta nella storia dell'ecommerce inglese, secondo una ricerca della Verdict, pare che il budget medio per la spesa online delle donne abbia superato quello degli uomini: £495 (€690) contro £470 (€655). Interessante, mi vien da dire. Ma ancora più interessante è il valore del mercato dell'ecommerce in UK: £4.9 miliardi (circa 7 miliardi di euro). L'ultima ricerca disponibile per l'Italia pubblicata lo scorso marzo dal Politecnico di Milano, valutava il mercato dell'ecommerce italiano 1,2 miliardi di Euro.


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